Contagi Covid in Italia al 55%: allarme Gimbe. Le province messe peggio

I numeri peggiorano trainati dalla variante indiana. In Lombardia primato negativo di Sondrio oltre quota 120%

I numeri peggiorano in Italia con i nuovi contagi da Covid che crescono vertiginosamente trainati dalla nuova variante indiana. E la Lombardia resta la Regione messa peggio. Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 29 giugno-5 luglio 2022, rispetto alla precedente, un aumento del 55% di nuovi casi (595.349 contro 384.093) e dei decessi, cresciuti del 18,4% (464 contro 392). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: decessi 464 (+18,4%), di cui 27 riferiti a periodi precedenti; terapia intensiva +86 (+36,3%); ricoverati con sintomi +1.968 (+32,6%); isolamento domiciliare +311.768 (+40,6%); casi attualmente positivi +313.822 (+40,6%). 

Il bollettino di ieri 6 luglio 2022

"L'aumento dei nuovi casi settimanali (+55% rispetto alla settimana precedente)- dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe- per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio dei casi di circa 10 giorni. Nella settimana 29 giugno-5 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 595mila, con una media mobile a 7 giorni che supera gli 85 mila casi al giorno'. Nella settimana 29 giugno-5 luglio tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 24,7% della Sardegna al 95,9% della Lombardia.

Le province messe peggio Rispetto alla settimana precedente, in tutte le Province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi (dal +11,1% di Cagliari al +120,7% di Sondrio). L'incidenza supera i 500 casi per 100mila abitanti in 103 Province, di cui 38 registrano 1.000 casi per 100.000 abitanti: Napoli (1.433), Lecce (1.395), Cagliari (1.270), Brindisi (1.262), Salerno (1.235), Padova (1.234), Siracusa (1.230), Latina (1.224), Caserta (1.222), Rimini (1.209), Roma (1.207), Chieti (1.164), Perugia (1.163), Forlì-Cesena (1.160), Catania (1.148), Ravenna (1.146), Sud Sardegna (1.143), Bari (1.134), Teramo (1.130), Pescara (1.122), Venezia (1.121), Treviso (1.105), Messina (1.093), Vicenza (1.081), Oristano (1.078), Ragusa (1.076), Ascoli Piceno (1.068), Rovigo (1.068), Palermo (1.068), Barletta-Andria-Trani (1.056), Taranto (1.055), Belluno (1.052), Agrigento (1.048), L'Aquila (1.047), Frosinone (1.035), Pavia (1.032), Ancona (1.008) e Matera (1.008).

Nino Cartabellotta "Anche se siamo ancora molto lontani - spiega Nino Cartabellotta- da situazioni di grave sovraccarico ospedaliero, esistono reali motivi di preoccupazione. Innanzitutto, l'occupazione dei posti letto è destinata ad aumentare nelle prossime settimane, in un periodo in cui tra ferie estive e assenze per isolamento il personale sanitario è numericamente ridotto, con conseguente peggioramento della qualità dell'assistenza e aumento dello stress su chi è in servizio. In secondo luogo, la maggior parte dei ricoveri in area medica riguarda pazienti anziani con patologie multiple, nelle quali il Covid peggiora un equilibrio di salute già instabile. Infine, il progressivo sovraccarico ospedaliero porta a rimandare prestazioni chirurgiche e visite specialistiche non urgenti, alimentando quelle liste di attesa che le Regioni - nonostante quasi un miliardo di euro stanziato dal Governo - non sono ancora riuscite a recuperare con buona pace dei pazienti bloccati in un limbo di cui si fatica a intravedere la fine'