I coniugi di Bolzano: fermato per omicidio il figlio Benno

E' accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Laura Perselli e Peter Neumair sono scomparsi il 4 gennaio

Benno Neumair

Benno Neumair

Bolzano, 29 gennaio 2021 - Svolta nel giallo dei coniugi di Bolzano scomparsi il 4 gennaio. Il figlio trentenne della coppia, Benno Neumair, nella notte è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il ragazzo si sarebbe costituito dopo aver avuto un contatto con la Procura. Ora si trova nel carcere in via Dante a Bolzano. In una nota, la Procura di Bolzano precisa che il fermo è arrivato "a seguito di alcuni recenti elementi acquisiti nel corso delle indagini". Entro 48 ore "verrà richiesta la convalida del fermo al giudice per le indagini preliminari". L'udienza quindi dovrebbe tenersi lunedì. 

Laura Perselli e Peter Neumair, insegnanti in pensione, sono spariti da ormai tre settimane, la procura di Bolzano aveva messo sotto la lente proprio il figlio trentenne, insegnante alle scuole medie e appassionato di fitness, indagato - fino a stanotte a piede libero - proprio con l'accusa di omicidio volontario e occultamento dei corpi. Il ragazzo è ora a disposizione dell'autorità giudiziaria. Da settimane sommozzatori, vigili del fuoco e forze dell'ordine setacciano gli argini e il letto del fiume Adige dove si pensa possano essere i corpi della coppia scomparsa da Bolzano la sera del 4 gennaio dalla loro abitazione di via Castel Roncolo. In particolare, le ricerche si sono concentrate nei pressi del ponte Ischia-Frizzi in una zona semi-deserta a sud del capoluogo altoatesino. Il ponte che porta sia alla discarica che al centro di guida sicura Safety Park, non è distante dall'inceneritore

Le indagini

Nei giorni scorsi i carabinieri del Ris hanno analizzato la Volvo V70 di proprietà di Laura e Peter, smontandola pezzo per pezzo. L'ultimo a utilizzarla è stato Benno, che l'ha guidata per raggiungere l'amica Martina, indagata con l'accusa di favoreggiamento. Con lei Benno ha trascorso la notte del 4 gennaio, prima di alzarsi in tutta fretta alle 5 di mattina e tornare a casa per uscire con il cane a fare una passeggiata, almeno secondo la sua versione dei fatti. E sempre lei la sera del 4 gennaio, dopo che Benno ha fatto una doccia in casa sua (anche se aveva sempre detto di averla fatta a casa dei genitori), ha lavato gli indumenti che aveva addosso il giovane al suo arrivo a Ora.

Sull vettura, che il ragazzo utilizzava molto raramente preferendo muoversi con i mezzi, sono state isolate macchie di sangue e tracce biologiche. Ritrovamenti che, nell'opinione dell'accusa, danno sostanza all'ipotesi che il figlio di Laura e Peter abbia trasportato sulla quattro ruote i corpi dei genitori, dopo averli uccisi nella villa di famiglia, liberandosene – forse gettandoli dal ponte – prima di raggiungere l'abitazione dell'amica.

A destare ulteriori sospetti c'è poi la circostanza che i militari dell'Arma il 12 gennaio, otto giorni dopo la sparizione degli insegnanti in pensione, abbiano bloccato Benno e un'amica – non Martina – mentre entravano in un autolavaggio, con l'evidente obiettivo di pulire l'auto. Certo, è possibile che sia una coincidenza e che Benno volesse lavare la vettura dopo averla sporcata negli ultimi giorni, ma gli investigatori vogliono approfondire questo episodio, anche perché all'interno della vettura è stata recuperata – e sequestrata – una bottiglia di acqua ossigenata.

L'alibi che non torna

Fra casa di Laura e Peter a Bolzano e l'abitazione di Martina a Ora c'è un tragitto di venti minuti. Benno, però, secondo la ricostruzione effettuata sulla base del racconto della ragazza e sulle immagini registrate dalle videocamere in cui si vede transitare la Volvo, ci ha messo quasi un'ora. Perché  questo scarto? Se lo chiedono gli investigatori, che sospettano Benno di aver scaricato i corpi dei genitori da qualche parte nel corso del percorso da via Castel Roncolo a Ora. Magari proprio nel punto dell'Adige sotto il ponte dove è stata trovata una macchia di sangue del papà.

Durante il viaggio è stato accertato che Benno e Martina si sono sentiti. Perché queste telefonate? Il giovane appassionato di fitness ha detto di aver chiamato la ragazza perché si era smarrito. Con questo disorientamento e con la scelta di fermarsi a due chilometri dal ponte sull'Adige, presso il laghetto dei pescatori a riflettere e ascoltare un po' di musica, si spiegherebbe, secondo Benno, il prolungarsi del tragitto. L'avvocato di Martina, da parte sua, sostiene si tratti di normali telefonate fra ragazzi che si sono conosciuti da poco e hanno “bisogno” di sentirsi spesso vicini, anche a poco tempo da un incontro vis-a-vis.