Draghi: "Non ho una data per le riaperture, dipende da contagi e vaccini"

Duro monito del presidente del Consiglio contro chi salta la fila per vaccinarsi prima: priorità agli over 75. Confermato l'obiettivo di 500 mila vaccini al giorno per fine aprile

Milano, 8 aprile - La notizia tanto attesa sulle riaperture non c'è. O meglio, nella conferenza stampa per fare il punto sull'emergenza Covid, il presidente del Consiglio Mario Draghi non dà una data certa ma sottolinea che dipende dall'andamento dei contagi e dalle vaccinazioni per le categorie a rischio. E proprio sul tema delle vaccinazioni Draghi lancia un duro monito: "Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?". Parole che non lasciano il campo ad equivoci: occorre rispettare le regole. Dopo aver rassicurato sul raggiungimento dell'obiettivo di arrivare a 500mila vaccinazioni al giorno per fine aprile, il premier ha ricordato che "dovremo continuare a vaccinarci nei prossimi anni perché ci saranno le varianti".  Al centro della conferenza stampam, cui ha partecipato anche il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, soprattutto la questione sicurezza su Astrazeneca, la campagna vaccinale e le attese riaperture.

 

Locatelli: trombosi post Astrazeneca molto rare

Dopo le polemiche dei giorni scorsi e i timori legati a eventuali collegamenti tra inoculazione del vaccino Astrazeneca e trombosi registrati nelle ultime settimane, Locatelli fa il punto anche alla luce delle recenti indicazioni di Ema.  "Ha un ruolo preciso e di grande utilità per i fragili - osserva il presidente del Css -. Ricordiamoci che le scelte considerate nella giornata di ieri fanno riferimento ad eventi trombotici rari in sedi inusuali, 86 casi su una platea di 25 milioni di vaccinati. Raccomandare un uso preferenziale di questo vaccino, ricordo approvato per gli over 18, risponde al duplice obiettivo di proteggere la popolazione fragile e quella dove l'incidenza dei casi è stata maggiore". Parlando poi delle misure messe in campo per contenere i contagi, il presidente del Css precisa che stanno funzionando, pure a fronte di un numero sempre alto di decessi (come emerge nel bollettino Covid odierno). In due giorni però è calato di 80 unità il numero di posti letto occupati in terapia intensiva. 

Draghi: i vaccini ci sono e sono fondamentali per riaprire

Dopo aver indicato le categorie prioritarie nella campagna vaccinale e messo in guardia i furbetti salta-fila, Draghi ha precisato: "La disponibilità di vaccini c'è, non è calata. Oggi ne sono stati fatti 296mila. Non ho dubbi che gli obiettivi verranno raggiunti. La disponibilità che abbiamo ora consente di vaccinare tutti gli over 80 e gran parte degli over 75 in tutte le regioni. E' il momento di prendere decisioni perché questo è alla base delle riaperture nelle regioni. Tanto più celermente proseguono le vaccinazioni, tanto prima si potrà aprire. Se riduciamo il rischio di morte nelle classi più esposte al rischio è chiaro che si riapre con più tranquillità. Tutti chiedono le riaperture. E' normale farlo. La miglior forma di sostegno all'economia sono le riaperture. Sono consapevole del bisogno e della disperazione, delle manifestazioni che ci sono state". Per quanto riguarda la riapertura delle fiere e degli eventi, il premier ha sottolineato: "Stiamo guardando al futuro delle prossime settimane".

Aperture più semplici nelle regioni avanti con i vaccini

Intervenendo poi sui ritardi della campagna vaccinale Draghi ha ricordato che "le responsabilità sono di tanti, da una campagna contrattuale un po' leggera" e ha precisato che nei prossimi anni ci saranno nuove gare per la campagna vaccinale. Poi ha assicurato che i contratti saranno fatti meglio. Sempre sul fronte dei ritardi, il premieri ha rimarcato che ci sono "molte diversità tra regioni anche insospettabili, nelle regioni che sono molto avanti nella campagna con i più vulnerabili sarà più semplice riaprire, da parte mia e del Governo c'è la volontà".

Draghi: Sputnik? Abbiamo vaccini a sufficienza se consegnano 

In merito all'eventualità di acquistare il vaccino russo Sputnik per aumentare le dosi a disposizione, Draghi si è detto possibilista ma ha precisato che "l'Italia ha dosi sufficienti per il 2021, se le consegne verranno rispettate. Vediamo quello che dice Ema, ma si possono benissimo fare questi contratti". Peraltro ha aggiunto il premier "bisognerà poi accertare se Sputnik si presta ad essere adattato alle varianti che inevitabilmente verranno fuori nei prossimi mesi". Senza contare che "la produzione dello Sputnik dovrebbe avvenire per il 40% in Russia, quindi non soggetta a controlli internazionali…".

Sul vaccino russo è intervenuto anche Locatelli che ha precisato: "L'Ema ha avviato una rolling review per valutare tutte le informazioni disponibili rispetto al profilo di sicurezza ed efficacia del vaccino. C'è stata una pubblicazione sulla rivista 'Lancet' dove l'efficacia è stata riportata ad oltre il 90%. Ma questo non è il solo aspetto a cui si deve guardare perché esistono tutta una serie di  informazioni che meritano attenzione e valutazioni, rispondendo a criteri di qualità nella produzione e distribuzione del vaccino".  

Scuola, obiettivo: un mese in classe per i ragazzi

Rispondendo a una domanda su Dad e scuola, Draghi ha sottolineato che la didattica a distanza è stata "meglio di niente", ma l'obiettivo per il governo è dare ai ragazzi "almeno un mese di attività scolastica in presenza, che possano chiudere insieme l'anno".

Turismo: la stagione non è abbandonata

"Bisogna prepararsi alla stagione turistica, non abbandonarla. Il ministro Garavaglia dice il 2 giugno? Chissà, magari anche prima...". Osserva Draghi in conferenza stampa. "Dobbiamo procedere rapidamente nel nostro interesse ad avere un certificato vaccinale", spiega il premier sottolineando la necessità di accogliere anche turisti stranieri. 

Scostamento di bilancio e ristori

Per quel che riguarda il nuovo scostamento di bilancio, Draghi ha precisato che "il ministro Franco presenterà prima il Def, dove viene definito lo scostamento, il Parlamento dovrà votare e poi presenteremo il decreto" che "conterrà entrambe" le cose, ristori e misure economiche per la ripartenza, e "la disponibilità sarà più grande di quella passata".