Colori regioni: Rt ospedaliero e incidenza. Come cambiano i parametri per le zone

Il nuovo modello di valutazione del rischio del contagio dovrebbe essere esaminato domani nell'incontro tra Governo e Regioni

Cambiano parametri zone

Cambiano parametri zone

Milano – Da lunedì quasi tutta l'Italia (eccetto Sardegna, Sicilia e Valle d'Aosta) è in zona gialla. Un quadro determinato dal miglioramento della curva dei contagi. In queste ore l'Istituto superiore della Sanità (Iss) e tecnici delle Regioni sono al lavoro sul possibile nuovo modello di valutazione del rischio del contagio, che domani dovrebbe essere esaminato nell'incontro tra Governo e Regioni (con il ministro Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini). Sul tavolo ci sarebbe la revisione di due indicatori: l'Rt ospedaliero e l'incidenza dei casi di infezione da Covid. Il passaggio in zona ad alto rischio avverrebbe se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 30% e al 20% (ora al 40 e al 30). Tre le fasce di incidenza: quella a maggior rischio sarebbe fissata a partire da 150 casi su 100mila persone. 

Negli scorsi giorni erano state le Regioni a lanciare un appello chiedendo la revisione dei parametri che indicano le zone di rischio, tra questi l'indice Rt "perché erano misure in vigore quando non si era partiti ancora con le vaccinazioni. Oggi milioni di persone iniziano ad essere protette" aeva sottolineato detto il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. "Sarebbe curioso che mentre si svuotano i reparti ospedalieri con i pazienti gravi, cala il numero di contagi, risale l'indice Rt. Sarebbe un bel paradosso", aveva concluso Bonaccini. 

Finora l'indicatore di rischio relativo all'occupazione ospedaliera era stato definito al 40% e al 30% (rispettivamente area medica e area intensiva), quindi rispetto ai dati su cui stanno decidendo Iss e tecnici delle Regioni, in accordo con il gruppo di lavoro voluto dal ministero della Salute, vi sarebbe un abbassamento della soglia del 10% in entrambe le aree. Per quanto riguarda invece l'incidenza, a quanto si è appreso, la zona a rischio intermedio scatterebbe se il numero dei contagiati oscillasse tra i 50 e i 150 contagiati ogni 100mila persone; zona a rischio basso se il numero si mantiene sotto i 50. 

Gli esperti starebbero valutando la possibilità di incrociare i due parametri, anche se al momento non vi sono conferme che questi saranno gli indicatori definitivi che arriveranno domani all'attenzione di Governo e Regioni. Verosimilmente qualora si decidesse di applicarli, modificando il sistema attuale, verrebbe usato un algoritmo differente da quello utilizzato finora. Al momento tuttavia non è chiaro se nel nuovo modello di valutazione del rischio entreranno anche i dati relativi ai vaccinati e quelli che riguardano chi è già guarito dal Covid, perlomeno in tempi recenti, e ha ancora gli anticorpi.