Colori regioni, Italia divisa a metà. In Trentino e Lazio scuole riaperte

Ultimi giorni di zone rosse e arancioni prima del lockdown di Pasqua

La cartina dell'Italia

La cartina dell'Italia

Italia blindata fino a maggio. Da questa settimana metà del Paese è in zona rossa: Calabria, Toscana e Valle d'Aosta si vanno ad aggiungere alle regioni (Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Veneto e Pugliae alla provincia autonoma di Trento, dove sono già in vigore le restrizioni più rigide per contenere la diffusione del virus. Da oggi è invece promosso in arancione il Lazio, che ha un Rt a 0,97: le regioni in questa fascia, oltre alla provincia di Bolzano, sono così Abruzzo, Basilicata, Liguria, Molise, Bolzano, Sardegna, Sicilia, Umbria e appunto il Lazio. Una cartina dell'Italia colorata, quindi, solo di rosso e arancione. In attesa di Pasqua: il 3, 4 e 5 aprile il Paese entrerà in lockdown, sul modello di Natale. E per quanto riguarda le prossime settimane, il nuovo decreto del governo Draghi in vigore dal 7 aprile non permetterà il passaggio di regioni o province in zona gialla fino al 30 aprile (data in cui scadrà lo stato d'emergenza, destinato comunque a essere prorogato). Senza zone gialle, inoltre, non saranno consentiti gli spostamenti tra le regioni. Si potranno varcare i confini soltanto per "comprovate esigenze" - motivi di lavoro, salute e urgenza - con l’autocertificazione.

Tutta Italia zona rossa, ecco cosa si può fare nei giorni di Pasqua

Niente zona gialla fino a maggio, governatori contrari

La decisione del governo non piace alle Regioni. Una posizione espressa chiaramente nel vertice con l'esecutivo: " Nel corso della videoconferenza tutte le Regioni si sono espresse contro l'ipotesi di abolire la zona gialla per tutto aprile, come proposto dal ministro Speranza. Chiedo che il Governo tenga conto di questa posizione molto ampia, se non unanime", le parole del presidente dell'Abruzzo, Marco Marsilio. "Si tratterebbe - aggiunge - di una misura ingiusta e inspiegabile verso cittadini e aziende che hanno fatto sacrifici e rispettato le regole, e che ora giustamente pretendono di riprendere le attività dove il quadro epidemiologico lo consente. Chiedere a bar e ristoranti di restare chiusi altre quattro settimane è eccessivo e sproporzionato. Il confronto con le  Regioni proseguirà nelle prossime ore, spero che il Governo ci ascolti".

Le restrizioni locali

Puglia in zona rossa rafforzata, il presidente Emiliano ha firmato un'ordinanza che vieta gli spostamenti dal Comune di residenza per raggiungere le seconde case. Tutti i negozi dovranno chiudere alle 18, a eccezione delle attività di vendita di generi alimentari e carburante, delle edicole, dei tabaccai, delle farmacie e delle parafarmacie. L’ordinanza stabilisce che l’attività di asporto dei servizi di ristorazione potrà essere svolta dalle 18 in poi a condizione che siano adottate modalità organizzative che limitino al massimo gli assembramenti. In Sicilia, invece, nonostante la zona arancione il presidente Nello Musumeci ha dichiarato il lockdown per i territori comunali di Biancavilla (Catania), Francavilla di Sicilia e Gaggi (Messina) e Santa Margherita di Belice (Agrigento). Il provvedimento, che prevede la chiusura di tutte le scuole, è in vigore fino al 14 aprile. Per tutte le zone rosse vige il divieto di transito, in ingresso e in uscita, per raggiungere le seconde case. Prorogate fino al 6 aprile le misure restrittive a Caltanissetta, come da richiesta del sindaco e sulla base della relazione dell'Asp. In Sardegna massime restrizioni a Pozzomaggiore in provincia di Sassari, Golfo Aranci, Uri, Bono, Sindia, Samugheo e Sarroch.

Le seconde case

Il Governo prevede espressamente la possibilità di raggiungere le seconde case. Innanzitutto si può muovere solo il nucleo familiare abitualmente convivente. La seconda casa deve essere di proprietà o almeno in affitto, con contratto stipulato prima del 14 gennaio. L'ok dell'esecutivo alle seconde case ha messo in allarme diverse regioni. E i governatori provano a blindarsi con una serie di provvedimenti anti-assalto. Oltre alla Sardegna, anche la Valle d'Aosta, la provincia autonoma di Bolzano (Alto Adige), la Campania (con limitazioni ai residenti) e la Liguria hanno emesso delle ordinanze restrittive, alcune delle quali, però, potrebbero rischiare di finire davanti ai Tar competenti considerato che la limitazione della libertà personale è materia esclusiva del Governo.

Ritorno a scuola

Prima il Trentino, poi il Lazio. I primi passi verso la riapertura delle scuole dopo Pasqua li muovono proprio queste due Regioni, che richiamano in classe nel primo caso nidi, materne ed elementari e nel secondo anche le scuole medie. Prove generali in vista di quello che potrebbe succedere già da mercoledì 7 aprile, quando entrerà in vigore il nuovo decreto. Si punta, infatti, al ritorno a scuola anche nelle zone rosse, fino alla prima media, e alla conferma dell'apertura di tutti gli istituti, con le superiori in presenza al 50%, nelle zone arancioni. Controcorrente, invece, la Sardegna che torna a chiudere alcune scuole, soprattutto nel Cagliaritano. "C'è un misto di gioia e soddisfazione nel sapere che tanti studenti si riapproprieranno delle lezioni in presenza, ritrovando il contatto umano e sociale con compagni e insegnanti, riassaporando quella normalità in cui tutti vogliamo rituffarci quanto prima", il commento del sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso. 

Parrucchieri, boom di prenotazioni a Roma

Con il ritorno del Lazio in zona arancione, è scattata già dallo scorso weekend la corsa alla prenotazione di taglio, colore, massaggi. Roma Confartigianato ha registrato un boom di prenotazioni: un aumento del 30% rispetto ad analoghi periodi pre-pasquali degli scorsi anni. E ancora una volta, tanti parrucchieri e centri estetici allungheranno gli orari di apertura per andare incontro alle necessità dei clienti. "Nelle due settimana di chiusura il settore ha subito perdite per oltre 43 milioni di euro. Sola a Roma il danno è stato di quasi 30 milioni. Ci auguriamo di non essere più costretti a chiudere - sottolinea Andrea Rotondo, presidente di Confartigianato Roma -, ribadiamo che sono restrizioni totalmente ingiustificate per imprese che hanno seguito col massimo scrupolo le linee guida dettate dalle autorità sanitarie con ingenti investimenti e sacrifici a tutela della salute di imprenditori, dipendenti e clienti".