Colori regioni: zona gialla, arancione e rossa. Cosa cambia dal 17 maggio?

Migliorano Sicilia e Sardegna, serve più cautela per la Valle d'Aosta. E c'è chi inizia a sognare la zona bianca

Colori regioni

Colori regioni

Milano, 13 maggio 2021 - Ci siamo: è in arrivo una fase nuova, che porterà nuovi parametri da adottare per la valutazione del rischio Covid in Italia, alla luce dell'aumento di vaccinazioni e invista della stagione turistica. Governo e Regioni stanno lavorando insieme per abbandonare il solito sistema del monitoraggio: via i vecchi indicatori, la bussola saranno gli indici di contagio e il tasso di occupazione degli ospedalisenza escludere che le 'zone rosse' possano essere sempre piùlimitate a piccoli territori. Frenata, invece, sull'addio alle fasce di rischio che le regioni volevano formalizzare entro il 21 maggio.  Prima di tutto perché i provvedimenti in vigore sono legati all'attuale sistema e servirebbe quindi una norma ad hoc per modificarli. Significherebbe un'ulteriore liberi tutti che gli esperti reputano prematuro, riferisce una fonte. Almeno fino a giugno sarebbe consigliabile lasciare le regole in vigore.  In attesa dei nuovi parametri per l’attribuzione dei colori, l’Italia la settimana prossima si appresta a diventare tutta gialla. Unica eccezione potrebbe essere la Valle d'Aosta.

I colori delle regioni oggi

Da lunedì 10 maggio nessuna regione si trova in zona rossa e l’Italia si è rimpita di giallo con tre macchie arancione. In zona gialla ci sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria,Veneto e per la Provincia Autonoma di Bolzano e la Provincia Autonoma di Trento. In zona arancione rientrano Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta.

Chi può cambiare colore?

Delle tre regioni attualmente arancioni, solo la Valle d’Aosta dovrebbe restare tale. Le altre due, Sicilia e Sardegna, dovrebbero passare da lunedì 17 maggio nella fascia con minori restrizioni. E intanto spuntano le prime regioni con incidenza settimanale dei contagi sotto quota 50 ogni 100mila abitanti, che sognano la zona bianca: Molise, Sardegna e Friuli Venezia Giulia. Ma vediamo nel dettaglio le situazioni.

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Valle d’Aosta, unica in zona arancione

Dal 3 maggio, la Valle d'Aosta era finita in fascia rossa, a causa di un peggioramento del numero dei contagi. Dal 10 maggio è stata promossa in arancione. Cosa succederà  adesso? Le norme sui colori richiedono che si debba stare almeno due settimane in zona arancione dopo il rosso. La cabina di regia può però optare anche per una sola settimana, ma finora ha preferito attenersi quasi sempre alla regola. Più probabile dunque che, dal 17 maggio, arrivi una conferma dell’arancione, malgrado la regione registri già da due settimane un quadro da zona gialla (Rt sotto 1 e rischio basso). Ieri, sono stati regsitrati due decessi e 23 nuovi positivi che portano il totale complessivo dei pazienti affetti da virus da inizio emergenza a 11.282. I positivi attuali sono dunque 513, - 21 rispetto al giorno prima, di cui 19 ricoverati in ospedale, sette in terapia intensiva, e 487 in isolamento domiciliare. I guariti sono saliti a 10.303, + 42 rispetto a ieri, i tamponi fino ad oggi effettuati sono 120.694, + 554 di cui 27.488 effettuati con test antigienico rapido. I decessi di persone risultate positive al Coronavirus in Valle d'Aosta da inizio epidemia sono 464.. 

Sardegna e Sicilia in zona gialla

Dal 17 maggio, quasi sicuramente, passeranno in zona gialla Sardegna e Sicilia. Anche la Sardegna, uscita lunedì 3 maggio dal lockdown, registra da due settimane di seguito parametri da zona gialla. Ma, nonostante il pressing delle autorità locali, la cabina di regia ha deciso di lasciarla questa settimana ancora in arancione. Per questo, ora, è quasi certa la promozione in zona gialla. Lo stesso vale per la Sicilia. L’isola nel penultimo monitoraggio (30 aprile) aveva dati da zona arancione. Per andare in giallo ci vogliono due settimane di numeri compatibili con quello scenario. La prima è stata la scorsa, la seconda sarà quella in corso.​ Nell'ultimo aggiornamento dell'Unità di crisi regionale, in Sardegna,  sono stati rilevati 96 nuovi casi. Complessivamente dall'inizio dell'emergenza i positivi nell'Isola sono 55.861. Si sono regsitrati anche 5 decessi (1.427 in tutto). In totale sono stati eseguiti 1.229.785 tamponi, con un incremento di 5.004 test rispetto al dato precedente. Il tasso di positività è ora all'1,9%. Per quanto riguarda la Sicilia, ieri sono  stati 22 i morti da coronavirus registrati. I nuovi contagi sono stati 607, per un totale di 20.035 attuali positivi. I guariti/dimessi sono 2.712. I tamponi: 26.316. Non sono stati registrati nuovi ingressi in terapia intensiva, che conta 125 posti occupati. 

C'è chi sogna la zona bianca

Il monitoraggio di domani certificherà infine le prime regioni con numeri in regola (meno di 50 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti) per ambire alla zona bianca senza restrizioni (a parte mascherina e distanziamento). In pole al momento ci sono Molise (40), Sardegna (44) e Friuli Venezia Giulia (42). Il passaggio comunque non potrebbe avvenire, nella migliore delle ipotesi, prima di fine mese.In base alla normativa attuale, infatti, sono necessari tre monitoraggi consecutivi con incidenza inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti (oltre a un Rt sotto 1 e un livello di rischio basso). La Sardegna è l’unica regione che ha sperimentato in passato in fascia bianca: dall'1 al 21 marzo. Per poi essere riclassificata prima arancione (a causa della sospensione dell’area gialla decisa dal governo in prossimità delle vacanze di Pasqua) e infine rossa in seguito all’impennata dei contagi.

E la Lombardia?

La Lombardia non rischia di tornare in zona arancione. La regione è in zona gialla dallo scorso 26 aprile e ci resterà. L'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità ha fotografato una "classificazione complessiva di rischio" che viene definita "moderata", ma l'indice Rt è in risalita. Va evidenziato che un eventuale Rt sopra l'1 (oggi è di poco sotto) non potrebbe riportare automaticamente la regione in zona arancione. L'incidenza su 100mila abitanti è di poco superiore ai 110 e ben distante dalla soglia d'allarme dei 250. La pressione sul sistema ospedaliero continua a calare, seppure lentamente. Per quanto riguarda i dati dei contagi, ieri su 50.658 tamponi effettuati, sono stati 1.198 i nuovi positivi con il tasso di positività stabile al 2,3%. In calo ancora i posti letto occupati sia in terapiaintensiva (-6, 448) che negli altri reparti (-115, 2.441). I decessi sono stati 36 per un totale di 33.271 morti in regione dall'inizio della pandemia. Per quanto riguarda le province, ieri sono stati registrati 362 i casi nella città metropolitana di Milano, di cui 141 a Milano città, 163 a Varese, 136 a Brescia, 96 a Monza e Brianza, 85 a Como, 82 a Bergamo, 73 a Mantova, 63 a Pavia, 42 a Cremona, 33 a Lecco, 25 a Sondrio, 8 a Lodi.

Sempre ieri, il governatore della regione Attilio Fontana è tornato su un'antica battaglia: rivedere i parametri in base ai quali si decide il livello di rischio in cui si trova una regione e quindi le relative restrizioni. Una posizione, quella del presidente della Regione Lombardia, non isolata ma concordata con tutti gli altri governatori. "Abbiamo proposto al Governo di modificare e rendere più semplici i parametri che verranno utilizzati per individuare le misure che consentiranno diversi gradi di libertà all’interno delle nostre regioni – fa sapere dopo la riunione della Conferenza delle Regioni, alla quale hanno preso parte il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e quello della Salute, Roberto Speranza. "La proposta che le Regioni presentano al Governo – conclude Fontana – è giunta al termine di un intenso e positivo momento di confronto che prevede anche l’istituzione di un tavolo congiunto per monitorare la situazione e cercare di rendere l’estate di tutti gli italiani più libera e più semplice". Per quanto riguarda il coprifuoco, Fontana ha spiegato: "Sono contento del fatto che il Governo ha intenzione di riprendere in esame la questione, quindi ci sono ottime possibilità che venga cambiata la decisione, anche perché i numeri sono molto buoni".