Lo sfogo di Gentile, il ct emarginato: "Senza panchina perché non volevo i raccomandati"

Schiena dritta: "Tredici anni senza allenare perché ho detto no"

Claudio Gentile con l’attuale presidente Figc Gabriele Gravina e il dirigente Marinelli

Claudio Gentile con l’attuale presidente Figc Gabriele Gravina e il dirigente Marinelli

Como, 16 aprile 2019 - Solo in Italia può succedere che un campione del mondo dell’82 sia “dimenticato“ da tutti. Solo in Italia può succedere che l’ultimo allenatore in grado di vincere prima un Europeo under 21 e poi di portare gli azzurrini sul podio olimpico (anno 2004) sia messo in disparte per non essere sceso a “compromessi“. Claudio Gentile, 65 anni, un curriculum pieno di successi, un presente fatto di lunghe pedalate in bici costeggiando il lago di Como («100 chilometri al giorno per cinque volte la settimana») con il telefonino sempre acceso, tutto ciò non riesce ad accettarlo. L’amarezza e una silenziosa dignità sono palpabili nella chiacchierata a cuore aperto. Perché è profondamente ingiusto che l’uomo Gentile prima ancora del professionista sia stato emarginato (perché ritenuto scomodo) da certi personaggi che, dopo aver fatto danni irreparabili nel sistema calcio, sono stati “spazzati“ via.

Gentile, lei è stato “cacciato“ da vincitore. Cosa mai vista...

«Perché non mi sono piegato al sistema, perché avevo dei padroni ma non volevo padrini. Negli anni in cui ero in Federazione e allenavo subivo pressioni per far giocare tizio o caio, ma io sono sempre stato per la meritocrazia. E ho bloccato un ingranaggio che nel Palazzo non andava bene».

Che tipo di pressioni?

«Dirette, soprattutto. Altre volte indirette, passavano sulla mia testa e arrivavano tramite dirigenti federali su richiesta dei club: fai giocare questo piuttosto che quest’altro,una presenza in azzurro alza il costo del cartellino. Io non accettai compromessi, né soldi, né favori. Per tutti diventai un nemico. Alla fine non sono bastati nemmeno i risultati, perché il non aver dato retta a certe richieste mi si è ritorto contro. È il brutto di questo paese, chi è onesto non è considerato, anzi viene messo da parte. Sono tredici anni che non alleno, ma non mi arrendo. E aspetto...».

Anche perché nel frattempo sono cambiati un paio di presidenti, in Federazione c’è aria nuova. E magari...

«Questo bisognerebbe chiederlo all’attuale presidente Gravina, una persona che stimo moltissimo. Era il mio capo delegazione con l’under 21, se lo ritiene opportuno sa dove trovarmi...»

Ci parli di Gentile ct...

«Uno che ha vinto l’ultimo campionato europeo under 21. E nello stesso anno la prima medaglia olimpica nel calcio per l’Italia. E poi ben 6 miei calciatori sono diventati campioni del mondo del 2006, da De Rossi a Gilardino, da Pirlo a Barzagli, da Amelia a Zaccardo. Ragazzi eccezionali, credo che ilmio merito sia quello di averli scelti. Lavoravo nell’interesse della Figc, per far crescere i talenti. E in albergo i procuratori non si facevano vedere. Ma non andava bene... E poi vediamo quel che accade oggi, dove uno come Di Biagio che ha fallito due Europei è ancora lì al suo posto. Anzi, gli è stata data anche la possibilità di guidare la nazionale maggiore»

Nel suo “allontanamento“ quanto ha influito il contenzioso con la Figc?

«Ma no, iniziai e poi rinunciai. La verità è che in quel maledetto 2006 fui “tradito“ da alcuni dirigenti federali: la Juventus mi aveva fatto un’offerta ed io stavo per accettare. Ma la Figc mi disse che avevano un progetto per me per il post-Mondiale, poi a fine luglio ci ripensò. Persi la Juventus per un mio gesto di onestà. Da allora ho ricevuto solo qualche offerta dall’estero, ma io voglio allenare in Italia. E a 65 anni non mi sento affatto vecchio».

Insomma, ad esser corretti ci si rimette...

«Sicuramente si, tanti altri come me non trovano lavoro perché non cedono ai ricatti. Se qualcuno mi ingaggiasse potrebbe pagarla a caro prezzo. Un po’ come per Zeman.Mi ricordo 20 anni fa, il grande Mazzone disse che c’erano allenatori e allenatori accompagnatori. Una frase molto chiara....» Eppure la nuova Federazione ha un volto diverso... «L’entusiasmo c’è quando ci sono i risultati, il presidente è la persona adatta perché conosco la sua politica e la sua professionalità. Ma va cambiato tutto il sistema, il calcio è uno sport per ricchi»

Che vuol dire?

«Se lei va a vedere certi settori giovanili... giocano solo i raccomandati. Se c’è il figlio dell’operaio che è bravino state certi che gli passerà davanti il figlio più scarso che però ha il papà che paga. Con me ha sempre prevalso la meritocrazia»

Le piace Mancini come ct?

«E’ l’allenatore giusto, conosce il calcio internazionale. Ma anche lui, se non sarà supportato dai risultati, finirà nel calderone. Però può puntare su talenti come Kean, un ragazzo fantastico»

Ecco lo juventino Gentile...

«Sempre. Lo sono dall’età di 6 anni, sono nato juventino, non lo sono diventato nel tempo. Vivevo in Libia, avevo un papà interista ma io tifavo per i bianconeri. Eppure quando mi avevano venduto dal Varese non volevo andare alla Juve perché lì c’erano Morini e Spinosi e temevo di non giocare. Poi Boniperti mi convinse».

Dove arriva la Juve in Champions?

«Con Ronaldo può essere l’anno buono, prima però battiamo l’Ajax e io punto sul 2-1. Poi la finale con partita secca è imprevedibile, ricordo quella persa ad Atene con l’Amburgo. Crudele...»

Se Allegri lasciasse chi vedrebbe al suo posto?

«Sarebbe un errore andare via. E’ allenatore vincente, sta dimostrando di saper gestire un gruppo di 22 campioni. Non vedo chi lo possa eguagliare».

E se tornasse di Conte?

«Allegri sta facendo di più, Conte ha solo tracciato il percorso».

Chiellini è l’erede di Gentile?

«E’ tra i migliori difensori nel mondo, ma gioca un calcio diverso. A me davano uno di talento e dovevo neutralizzarlo. Oggi questi difensori non ci sono più».

Come i Maradona. Pochi...

«Nel 1982 mi insultò in tutti i modi.Mi misi a ridere ed evitai di reagire. In campo mi arrangiai, ma senza fare falli cattivi»

Parlava di Libia. Le viene il mal d’Africa a pensarci?

«Sì, guardando la situazione di oggi, il rischio della guerra civile, gli sbarchi dei profughi. Mia mamma soffre tanto, ènata a Tripoli nel 1932 e sta male vedendo la sua terra bombardata, in guerra. Mi manca tutto... il mare, la gente e quel deserto...Non avete idea cosa sia».