Ciro Grillo: verso un nuovo interrogatorio per lui e gli amici accusati di stupro

Gli abusi denunciati da una ragazza italo-norvegese. Indagano i magistrati di Tempio Pausania (Sardegna)

Ciro Grillo in una foto postata su facebook

Ciro Grillo in una foto postata su facebook

Caso Ciro Grillo: il figlio del comico genovese e i tre amici accusati con lui di stupro di gruppo potrebbero rispondere presto nuovamente alle domande dei magistrati che stanno indagando sul caso. A valutare l'ipotesi di un ulteriore interrogatorio di Ciro Grillo e i suoi tre amici - Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia - accusati di avere stuprato una studentessa italo-norvegese in Sardegna a luglio 2019 dopo una serata passata nella discoteca Billionaire, sono gli avvocati dei ragazzi. I legali (Sandro Vaccaro, Romano Raimondo, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli) hanno 20 giorni di tempo per chiedere il nuovo interrogatorio ai pm della procura di Tempio Pausania. I magistrati ieri hanno chiuso per la seconda volta le indagini sulla vicenda, dopo una prima chiusura a novembre scorso (e la successiva riapertura del fascicolo).

I quattro sono accusati di violenza di gruppo nei confronti della studentessa che li ha denunciati. Grillo jr, Lauria e Capitta sono accusati di violenza sessuale anche nei confronti di una seconda ragazza per le tre foto oscene che i giovani hanno scattato mentre lei dormiva. La studentessa aveva denunciato tutto dopo una settimana dalla presunta violenza al suo rientro a Milano. Per i quattro, invece, i rapporti furono consenzienti.

Nelle scorse settimane Beppe Grillo aveva pubblicato un video in difesa del figlio e gli amici suscitando numerose polemiche. Il fondatore del Movimento 5 Stelle aveva rilanciato la tesi del rapporto consenziente, sostenendo che un video mostrasse il contesto di divertimento in cui si erano consumati gli atti sessuali. Una breve clip che aveva attirato al comico genovese numerose critiche, sia per l'ingresso "a gamba tesa" nella vicenda con il fascicolo d'indagine ancora aperto e l'effetto "victim blaming" (colpevolizzazione della vittima) che le parole di Grillo avrebbero generato.