Cinque Mulini, speaker deride corridore: "Ho solo espresso e motivato un giudizio"

La voce ufficiale della corsa spiega quanto detto

Atleti alla Cinque Mulini

Atleti alla Cinque Mulini

Milano, 14 febbraio 2018 - «Non sono immagini che fanno bene allo sport». Questa è solo una delle uscite poco felici dello speaker durante la gara dei big della Cinque Mulini, a San Vittore Olona. Era domenica. E la considerazione era riferita alla performance dell’atleta col pettorale numero 85. Un giovane corpulento, in stato di evidente affanno. Troppo grosso e lento per poter correre davvero, secondo lo speaker. «Questo che vedete non è sport - ha detto -. L’immagine fa bene alla salute ma non all’atletica». Lui, il corridore, non si è scomposto, nonostante sia stato doppiato dai professionisti che per compiere quel percorso impiegano davvero poche decine di minuti. Non si è scomposto, ha tenuto duro, voleva arrivare alla fine. E infatti la gara è andata avanti. Ma Marco Ascari, 26 anni, di Cossato nel Biellese, è stato fermato dopo un giro, forse per far passare i big che lo stavano doppiando. Giuseppe Gallo Stampino, il presidente della società organizzatrice, si è subito scusato. E ieri ha spiegato: «Ho sentito personalmente l’atleta per dirgli che mi dispiaceva. E spero che l’anno prossimo sia ancora con noi». La «Cinque Mulini» è un mito per chi ama la corsa. È una delle campestri più famose al mondo. Una corsa aperta a diverse categorie, ma soprattutto a corridori professionisti e agli amatori. La frase poco felice ha fatto il giro dei media nazionali. Ed è diventata un caso. Il pubblico, invece, ha risposto all’insulto in un altro modo: tanti hanno fatto il tifo proprio per Ascari, spronandolo e incitandolo. Dandogli la forza e il coraggio di andare avanti.

«Io ho espresso solo un giudizio, non ho insultato nessuno». Walter Brambilla è da 36 anni la voce ufficiale della corsa Cinque Mulini, giunta all’edizione numero 86. «L'ho visto passare per ultimo e di staccato e ho detto soltanto che se io giocassi a pallone non potrei sfidare Maradona. Mi sembrava anche una battuta simpatica». Brambilla non si scusa: «L’insulto è un’altra cosa. Io la persona che correva l’ho vista per caso quando la Rai l’ha inquadrata per un centesimo di secondo, altrimenti non me ne sarei neppure accorto».

E ancora: «Ho visto questa persona sugli schermi ma non sono stato avvisato da nessuno su quello che stava succedendo. Lo avete visto tutti che questa persona non avrebbe potuto correre la gara. La Cinque Mulini è una gara internazionale e questo atleta non poteva correre con i professionisti. Se mi  avessero detto chi era, al suo arrivo gli avrei fatto fare un applauso e la cosa sarebbe finita lì». Poi ribadisce: «L’atletica è comunque un’altra cosa ed io non ho insultato proprio nessuno». Brambilla punta il dito contro la stampa: «È stato il mondo dei blog a cominciare  a portare avanti la questione. Poi i giornali, alcuni dei quali stanno già ritrattando. Mi sento diffamato».