Abbiategrasso, non solo strade e campi. I cinghiali ora nuotano nel Ticino / VIDEO

Cresce la preoccupazione per la diffusione di questi animali

I cinghiali nuotano nel Ticino

I cinghiali nuotano nel Ticino

Milano, 15 gennaio 2019 - Cinghiali che superano a nuoto il Ticino di Abbiategrasso in località Gabana. Un luogo molto frequentato dalle persone, soprattutto quando la stagione si fa più mite. Sono stati immortalati in un video girato da Elio Orbelli, che mostra una quindicina di ungulati mentre escono dall’acqua e si lanciano nel bosco, dopo aver attraversato il tratto del fiume con relativa facilità. L’ennesima prova delle dimensioni raggiunte da questo fenomeno, sul quale sono stati riaccesi i riflettori solo di recente, dopo la tragedia avvenuta sull’autostrada A1 tra Lodi e Casalpusterlengo, costata la vita a un uomo. Mentre altre dieci persone sono rimaste ferite a causa di un branco di cinghiali che ha attraversato la carreggiata.

Pochi giorni fa sono stati segnalati diversi esemplari sulla trafficatissima strada statale che collega Abbiategrasso e Vigevano. L’avvistamento ha mobilitato Aidaa (Associazione nazionale difesa animali e ambiente) che ha provveduto ad avvisare il Parco Ticino, il quale ha rimandato la segnalazione alla competente polizia provinciale. Per gli addetti ai lavori, in ogni caso, il problema dei cinghiali non è nuovo. A giugno Regione Lombardia aveva approvato una delibera che, per la prima volta, dava agli agricoltori provvisti di regolare licenza la possibilità di abbattere i cinghiali durante tutto il corso dell’anno.

L’abbattimento programmato (con autorizzazione, in condizioni di sicurezza e previa comunicazione agli organi competenti), infatti, resta oggi l’unica arma efficace per tentare di arginare un fenomeno del quale non si conosce la reale portata. Come hanno confermato anche i guardiaparco del Parco Ticino, che ogni anno uccidono numerosi esemplari anche coordinandosi con cacciatori e polizia provinciale. Negli ultimi anni è stato rilevato il diffondersi, non casuale, degli ibridi tra cinghiali e maiali, che si riproducono molto di più rispetto al cinghiale puro. Una pratica attuata per fini venatori. Oggi circa il 98% delle richieste di risarcimento da selvatici riguarda proprio gli ungulati, che tra il 2013 e il 2018 hanno arrecato in Lombardia danni per quasi 2 milioni e 300mila euro. Una cifra che comunque considera solo i danni agricoli e i sinistri per i quali è stata sporta denuncia. Le colture più attaccate sono mais, prati stabili, orzo e frumento; ma questi animali non disdegnano neppure le piantagioni di riso. I danni al bosco, invece, sono impossibili da quantificare. I cinghiali, infatti, mangiano di tutto: dai fiori protetti alle uova di uccelli, danneggiando l’equilibrio dell’ecosistema.