Centri logistici al posto dei prati: persi 3mila ettari

In cinque anni il verde mangiato dai capannoni, a farne le spese soprattutto i piccoli Comuni

Manifestazione contro l'insediamento di un polo logistico

Manifestazione contro l'insediamento di un polo logistico

Terreni e prati divorati dai poli logistici: in Lombardia, il 79% delle aree trasformate per centri di smistamento delle merci sono quelle ad uso agricolo. Le concentrazioni maggiori sono nei piccoli Comuni: l’83% dei poli logistici grava su centri con meno di 10mila abitanti. È questo il quadro che emerge dal rapporto 2022 del Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo, curato dal DAStU (dipartimento di Architettura e Studi Urbani) del Politecnico di Milano, Legambiente e Istituto Nazionale di Urbanistica (INU). Dopo la fine dell’ondata speculativa sviluppatasi nei primi anni 2000, ora a trainare la cementificazione è il fenomeno della logistica.

Nonostante i dichiarati buoni propositi degli operatori in termini di sostenibilità, la scelta ricade quasi sempre su aree da urbanizzare ex novo piuttosto che sulle aree dismesse. Il 70% del comparto nazionale si concentra nel Nord Italia, con una fortissima polarizzazione su Milano (12 milioni di mq nella Regione Logistica Milanese) e lungo le direttrici autostradali come la BreBeMi e la TEEM, o la prevista Cremona-Mantova. "Il settore immobiliare logistico procede con dinamiche simili a quelli che hanno generato le bolle speculative del passato: la negoziazione al ribasso con amministrazioni locali piccole e vulnerabili serve a portare rapidamente a buon fine investimenti i cui costi reali non sono contabilizzati, perché vengono scaricati sul territorio, principalmente come costi del consumo di suolo", dichiara Massimiliano Innocenti di INU.

Tra i primi territori attenzionati c’è Pavia, su cui gravano una decina di progetti, oltre ai due parchi logistici già esistenti, per 2 milioni di mq, prevalentemente su aree agricole. Grandi aree sono state divorate dalla logistica anche nel Cremonese e lungo la Bre.Be.Mi. A Calcio, ad esempio, oltre ai due grossi insediamenti logistici già realizzati su oltre 40 ettari di suolo agricolo, è in programma un terzo contro il quale pende un ricorso di Legambiente. Nel Bresciano, nuovi poli sono in fase di realizzazione o in progetto tra Castrezzato, Chiari, Roccafranca. "Servono regole per arginare il consumo di suolo; le norme continuano ad essere insufficienti e altrettanto dicasi per le politiche e i piani: la proposta di legge nazionale è ancora ferma ai blocchi di partenza dopo un decennio di dibattiti parlamentari", conclude Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente.