Catania, omicidio Elena Del Pozzo: esami su abiti sequestrati in casa della madre

Accertamenti su possibili tracce sangue e da chiarire la dinamica del delitto. Non è ancora stata trovata l'arma che ha ucciso la piccola

Catania, 20 giugno 2022 -  Si indaga ancora sull'omicidio della piccola Elena Del Pozzo. Saranno gli accertamenti dei carabinieri del Ris di Messina a chiarire se sono di sangue e a chi appartengano le macchie trovate su un vestito di Martina Patti, la 23enne detenuta per la morte della figlia di 5 anni. Il capo d'abbigliamento è stato sequestrato durante una perquisizione nell'abitazione della donna a Mascalucia disposta dalla Procura di Catania. Gli esami dovranno accertare se è sangue, eventualmente di chi sia e da quanto tempo è presente sul vestito per poterlo, nel caso, collegarlo alla dinamica del delitto.

Sono tracce "da riporto" e quindi "si può con certezza escludere che l'omicidio sia avvenuto a casa", chiarisce la Procura di Catania. In effetti il ritrovamento dell'abito coincide con la ricostruzione della donna che tra le dichiarazioni della sua confessione aveva detto di essere tornata a casa a cambiarsi d'abito e lavarsi. Operazioni che ha fatto, ha spiegato, dopo essere tornata dal fondo abbandonato dove è stato trovato il cadavere della bambina e prima di uscire per inscenare il falso sequestro della figlia a Tremestieri Etneo ad opera di un commando armato.

Nella casa è stata trovata anche la parte del budino che Martina Patti aveva preparato per Elena che la piccola non avrebbe finito di mangiare per andare con la madre - secondo la ricostruzione dell'indagata - a vedere un posto dove la mamma giocava da bambina e dove la piccola non era mai andata e che era curiosa di vedere. Sarebbe quello il posto dove Elena sarebbe stata assassinata e il corpo messo in buste di plastica e semi seppellito, secondo il racconto della madre rea confessa che però non ricorda la dinamica dell'accaduto.

Qualche particolare è emerso dall'autopsia: la bambina è stata assassinata con oltre 11 coltellate, poco meno di una ventina parrebbe, una delle quali letale: il colpo che ha i vasi dell'arteria succlavia, che ha procurato la morte non immediata della vittima. L'arma del delitto non è stato ancora trovata nonostante le vaste ricerche dei carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) e del comando provinciale di Catania e del Ris di Messina che hanno battuto a fondo la campagna dove è stato trovato il cadavere di Elena e la sua abitazione.

Intanto, Martina Patti si trova nel carcere di Piazza Lanza a Catania, dove è strettamente sorvegliata dalla polizia penitenziaria per paura che possa compiere qualche gesto autolesionistico o che altre detenute possano aggredirla. Il suo legale Gabriele Celesti, che ha detto che la donna "non è serena", sta valutando quali saranno le strategie difensive per i prossimi passaggi del procedimento, dopo che il gip ha convalidato l'arresto e ha disposto la custodia cautelare in carcere. Una decisione presa perchè, secondo il giudice Daniela Monaco Crea, l'indagata è pericolosa socialmente e potrebbe tornare a uccidere, inquinare le prove e fuggire.

Nel frattempo, la diocesi catanese sta organizzando i funerali della bambina che si svolgeranno mercoledì prossimo, in Cattedrale a Catania, celebrati dall'arcivescovo metropolita Luigi Renna, in cui è prevista una grande affluenza di persone.