Buscate, giustizia è fatta alle case Aler: "Finalmente abbiamo un tetto"

La casa al centro della sparatoria assegnata ai legittimi inquilini

Isabella Miramonti

Isabella Miramonti

Buscate, 14 marzo 2018 - Potrebbero esserci sviluppi interessanti nella vicenda di Isabella Miramonti. La donna di Buscate e i suoi tre figli (un bambino di 6 anni, una di 10 e una ragazza di 19), se non ci saranno ulteriori problemi, dovrebbero finalmente entrare nell’appartamento alle case Aler di via Pietro Micca che era stato loro assegnato un paio di anni fa per poi essere occupato abusivamente da una famiglia di Legnano. Ieri era il giorno dello sfratto esecutivo, prorogato di qualche giorno per consentire alla donna di liberare l’abitazione. «In realtà – ha detto – avevo già provveduto a staccare le utenze, corrente, gas, acqua, perché mi ero stancata di rinvii che tanto non risolvevano niente. Mi auguro davvero che tutto si possa definire nelle prossime ore. Per il momento ci arrangeremo grazie all’ospitalità di parenti».

Oggi i funzionari dell’Aler dovrebbero fare un sopralluogo a Buscate insieme al sindaco. L’appartamento che era stato assegnato ad Isabella Miramonti, al momento, è libero. Sabato scorso proprio nel complesso di via Micca si era verificato l’inimmaginabile, con un uomo che in preda a un raptus d’ira esplode un colpo di pistola ferendo un ragazzo che non c’entra nulla nella disputa, in corso in quel momento, tra famiglie abususive. Una lite per futili motivi dovuta forse a una perdita d’acqua. Da un episodio negativo è saltato però fuori qualcosa di buono. Perché l’appartamento di Isabella Miramonti si è liberato. Gli abusivi che lo occupavano sono stati allontanati.

«Questo non mi mette del tutto tranquilla – continua – Finchè non riusciremo ad entrarci non sarò sicura di niente». Sabato pomeriggio, al momento della violenta lite, Isabella Miramonti si trovava proprio alle case Aler. Ha sentito le urla dei coinvolti. Molti temevano che, prima o poi, qualcosa alle Aler di via Micca sarebbe successo. Degrado e violenza erano, ormai, sotto gli occhi di tutti. Per la donna si era prospettata la soluzione di un appartamento ad Inveruno, ma era poco praticabile. Anche perché la signora non dispone di un’auto e non avrebbe la possibilità di recarsi al lavoro o a portare i figli a scuola. «La nostra speranza, a questo punto, è che tutto si concluda nel giro di poco tempo – afferma – Auspico che proprio oggi mi sappiano dire qualcosa di certo in merito alla data. Saranno giorni di disagio perché dovremo chiedere ospitalità a parenti ed amici, ma contiamo sul fatto che tra qualche giorno potremo finalmente disporre di un’abitazione».