Cani folgorati, 5 casi in pochi giorni: colpa della neve e dei cavi scoperti

Dal Milanese al Lodigiano fino a Como: così Fidò è stato tradito dal passaggio sui tombini

Carabinieri e tecnici Enel a Cesano Boscone, dove un cane è morto fulminato

Carabinieri e tecnici Enel a Cesano Boscone, dove un cane è morto fulminato

Milano, 3 gennaio 2021 - Una raffica di casi. Tutti uguali, tutti sorprendenti. Cinque cani, a passeggio nelle giornate gelide della grande nevicata, insieme ai padroni, che rimangono uccisi da una scarica di elettricità, partita dal suolo sul quale camminavano. Tutto nell’arco di pochi giorni.

La colpa sarebbe da attribuire proprio alla nevicata, che ha certo reso i paesaggi più poetici, ma ha disseminato di trappole impreviste le strade delle nostre città. Il primo cane folgorato si registra a Bareggio, Ovest milanese: un cucciolo fulminato in via Gallina, a pochi passi dall’ufficio postale. La scossa killer è partita da un tombino. Secondo episodio a Como-Monte Olimpino. Nelle stesse ore un altro cane moriva per la corrente trasmessa dai cavi scoperti in un pozzetto di ispezione di un palo della luce: anche qui, a fare da conduttore, la neve. E sono proprio i tombini ad aver creato il problema: le nevicate hanno portato un accumulo di acqua dentro le cavità dove passano i cavi elettrici. Basta toccare - senza la protezione di una scarpa - una pozzanghera e si rischia grosso. E i primi a rimetterci sono proprio gli animali.

Il terzo caso si è registrato invece a Tavazzano, in provincia di Lodi, dove è rimasto ucciso un rottweiler, mentre un altro cane della stessa zona è stato salvato dal veterinario. Il quarto caso di cane folgorato si registra invece a Cesano Boscone dove il padrone aveva portato fuori i suoi due cani e per uno di loro il passaggio sul tombino è stato fatale. Ultimo lutto a Milano città, in pieno centro, nella zona delle colonne di San Lorenzo, dove un esemplare di razza Lagotto è stato trafitto dalla corrente dispersa da un faretto interrato. Qui ha avuto bisogno delle cure dell’ospedale anche il proprietario. E sulla questione già monta la polemica. Più di un padrone ha già annunciato di voler ricorrere all’avvocato. E dall’hinterland parte anche l’idea di una class action.