Caldo, l'arma migliore per combatterlo sono gli alberi. Ma in città sono troppo pochi

Un grande parco urbano è capace di abbassere la temperatura fino a 3 gradi. A Milano però ogni cittadino a disposizione solo 24,3 metri quadrati di verde

Un grande parco abbassa la temperatura fino a 3 gradi

Un grande parco abbassa la temperatura fino a 3 gradi

Milano - L'ultima arrivata è il Cammello. Così è stata ribattezzata l'ondata di calore di questi giorni. Si preannuncia un fine settimana durante il quale sarà una continua fuga, tra condizionatori, docce fredde e altri rimedi casalinghi, dalle temperature estreme. Eppure un modo più semplice e naturale per difendersi dal caldo opprimente c'è: si chiamano alberi.

I dati - elaborati da Coldiretti - infatti dicono che un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone dove non ci sono piante. E, più nello specifico, un'area verde urbana di 1.500 metri quadrati raffredda in media 1,5 gradi e propaga i suoi positivi effetti a decine di metri di distanza.

Invece nelle città italiane la media di verde a disposizione dei cittadini è poco più grande di un'aiuola. A Milano, per esempio, la media di verde pro capite è di 24,3 metri quadrati. Un dato che però è un po' fuorviante, visto che in città sono presenti almeno tre grandi parchi ma che ci sono intere aree della città dove non è presente nemmeno un cespuglio. Messa peggio di Milano è Roma, che ha solo 16,7 metri quadri di verde per ogni cittadino, Napoli (12,9) e Bari (9,3). Maglia nera a Messina con la miseria di 6,4 metri quadrati. Tutte le grandi città sono comunque al di sotto della media nazionale di 31 metri quadrati.

La lotta alla canicola urbana non è solo questione di arredo urbano, ma anche di salute. Il caldo infatti è fra le calamità meteo più letali al mondo tanto che - spiega Coldiretti - l'ultimo report dell'Agenzia europea per l'ambiente lo considera responsabile di ben 9 morti su 10 legate ad eventi meteo con quasi 140mila vittime negli ultimi 30 anni nei paesi dell'Unione. E le persone che vivono nelle città hanno un rischio maggiore di mortalità in condizioni di elevata temperatura e umidità, rispetto a coloro che vivono in ambiente sub-urbano o rurale, secondo l'Istituto superiore di sanità.

Oltre ad essere una barriera anti afa, le piante combattono anche l'inquinamento. Una pianta adulta - precisa Coldiretti - è capace di catturare dall'aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Esiste poi una speciale classifica delle piante mangia smog: in testa c'è l'Acero Riccio, la Betulla, seguito dal Cerro, il Ginkgo Biloba, il Tiglio, il Bagolaro, l'Olmo campestre, il Frassino comune e l'Ontano nero. 

Insomma, popolare di alberi le città rivoluzionerebbe radicalmente la qualità della vita dei residenti. Eppure, nei grandi progetti di riqualificazione urbana, piante e giardini sono sempre in secondo piano. Spesso, anzi, sono considerati ospiti poco graditi dai progettisti, visto che comportano manutenzioni e azioni di monitoraggio costanti. È proprio questo approccio "cementista" alla pianficiazione urbana che Coldiretti mette sul banco degli impuitati. "Bisogna intervenire in modo strutturale - dice l'associazione dei coltivatori - ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori".

Coldiretti e Federforeste hanno per questo elaborato un progetto nell'ambito del Pnrr per piantare in Italia milioni di alberi nell'arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali.