Covid, in intensiva 20 decessi al giorno su una media di 200. E gli altri 180 morti?

Per Alessandro Vergallo, presidente nazionale anestesisti rianimatori ospedalieri i conti non tornano rispetto al turnover quotidiano nelle rianimazioni, passato da 120 a circa 40 pazienti

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Sono circa 20 i decessi quotidiani da Covid registrati nelle terapie intensive italiane, su una media giornaliera generale di oltre 200 morti al giorno a causa del virus

Lo afferma, dati alla mano, Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), che aggiunge: "Dai dati emerge chiaro che il maggior numero di morti non avviene nelle rianimazioni. Sicuramente dobbiamo capire meglio dove si registra la maggioranza delle vittime: considerato il drastico calo dei ricoveri anche nei reparti ordinari sarà utile capire quante morti si verificano in ospedale e quante fuori". Nel dettaglio, continua Vergallo, "i dati 'Mediamobile' giornalieri, indicano che, nell'ultima settimana, i decessi rimangono alti, sopra ai 200, rispetto a un turnover quotidiano nelle rianimazione che si è abbassato da circa 120-130 cambi di pazienti al giorno fino a circa 40. Sul totale dei pazienti che turnano in rianimazione non tutti muoiono. Facendo i conti se, per eccesso, consideriamo che una metà non ce la fa, arriviamo a 20 morti al giorno. Lo scarto è di 180 decessi che non avvengono in intensiva", continua Vergallo che prevede una drastica riduzione dei decessi in questi reparti tra una settimana/10 giorni, "non possiamo dire, però, quanto questo inciderà sul numero generale dei morti, viste le cifre".  

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Vergallo sottolinea, inoltre, che "il numero di decessi che avviene in rianimazione è riportato in maniera abbastanza puntuale, anche perché, come categoria, abbiamo consuetudine a gestire i decessi anche dal punto di vista dell'analisi statistica che deriva dalle schede Istat. Stando così le cose ci chiediamo se quello dei decessi riportati dal monitoraggio quotidiano sia un numero del tutto ascrivibile al Covid. Dal ministero della Salute ci hanno assicurato di sì. Credo però che il dato più affidabile lo potremo avere quando avremo i dati Istat di mortalità 2021 e 2022, e quando potremo analizzare, quindi, la mortalità in eccesso. Ci vorranno molti mesi. Per il 2020 è attraverso questi dati che abbiamo avuto la conferma di un eccesso di mortalità, rispetto a quella attesa, e quindi legati al Covid".