Boschi, lo spaccio non chiude per ferie

Dopo il morto a Rogoredo altri blitz nei campi trasformati in supermarket di eroina e coca. Allarme fra Legnano e Varese

Un bosco della droga a cavallo tra le province di Milano e Varese

Rescaldina - Un'operazione delle forze dell'ordine nei boschi a cavallo tra le province di Milano e Varese foto Roberto Garavaglia

Milano, 12 agsoto 2018  -  Vertici, bellicose spedizioni con i cani, proteste dei sindaci, dei residenti, dei pendolari, continui blitz non hanno messo fine al fenomeno. I boschi lombardi sono da tempo l’area prediletta del mercato dello spaccio: discreti, facili da raggiungere attraverso le autostrade e le stazioni delle linee regionali che li attraversano. Un fenomeno che produce non solo degrado, ma anche violenza e disagio sociale. Almeno una decina i regolamenti di conti avvenuti fra l’area del Basso Comasco e della Brianza, nelle Groane, altrettanti fra l’hinterland milanese e il Varesotto. Unica eccezione agli hub dello spaccio localizzati lontano dalla città è la zona di Rogoredo, a Milano. Anche qui in un’area attigua alla ferrovia. Qui i casi di overdose sono stati diversi, l’ultima tragedia è avvenuta il 4 agosto, con un uomo ritrovato in fin di vita fra le sterpaglie, inutilmente soccorso dal 118 e portato all’ospedale di San Donato, dove è morto.

Boschi dello spaccio come supermarket della droga. L’allarme scatta a Rescaldina, nel Legnanese, ma in realtà riguarda una striscia verde lunga decine di chilometri che collegano Malpensa a Milano. A cavallo di due province, come accade del resto in molti altre zone della Lombardia, nei parchi sottratti dai pusher agli escursionisti, si vendono cocaina e eroina (tornata prepotentemente sul mercato nell’ultimo decennio) per milioni di euro. L’ultimo sindaco ad alzare la voce contro un fenomeno che, nonostante decine di operazioni di carabinieri e polizia di Stato, non si riesce a debellare è Michele Cattaneo, primo cittadino di Rescaldina, 14mila abitanti fra Milanese e Varesotto, che ha riunito al tavolo carabinieri, Prefettura e Trenord creando una task-force contro lo spaccio. A Rescaldina il problema è duplice: la stazione ferroviaria confina con uno dei boschi dello spaccio. I pusher vendono tra gli alberi, i clienti consumano a due passi dai binari come segnalato dai pendolari che parlano di persone «con le siringhe in mano che si aggirano per la stazione». 

«Siamo intervenuti con la mano ferma – spiega Cattaneo – la nostra stazione è tra le prime in Lombardia per numero di fogli di via consegnati. A settembre, con Prefettura, Arma e Trenord arriveremo al punto: maggiore presenza, oltre che dei militari, delle guardie giurate che svolgono servizio per Trenord. Tossicodipendenti via dalla stazione e boschi poco alla volta restituiti alle famiglie».