Bloom, una storia da film: il racconto dei 30 anni del santuario del rock

Uno sguardo particolare su una realtà che da tre decenni sta fisicamente in Brianza e spiritualmente al centro della musica internazionale

Morgan

Morgan

Mezzago (Monza e Brianza), 27 aprile 2018 - Uno sguardo particolare su una realtà che da 30 anni sta fisicamente in Brianza e spiritualmente al centro della musica internazionale, visto che quel palco ha fatto e continua a fare da riferimento per il meglio della scena indipendente e underground italiana ed estera. Un racconto che rispecchia quello che è successo dentro alle mura di via Curiel ma pure fuori di esse, rievocando i contesti sociali e artistici dell’Italia dagli anni ‘80. La storia e la passione del Bloom diventano un film, anzi, per la precisione un docu-film: 96 minuti di immagini, parole, suoni e canzoni per fissare nella memoria ciò che il centro multiculturale di Mezzago ha significato – e continua a significare – per la musica e la cultura. È quanto realizzato dal regista Filippo D’Angelo, che con le riprese di Ezio Riboni ha dato vita al film-documentario “Bloom M0ovie”, una sfilata di testimonianze, ricordi e ricostruzioni su cosa è stato il Bloom dal 1987 a oggi.

Attraverso le impressioni di musicisti, scrittori, promoter, giornalisti, critici musicali e cinematografici, operatori del mondo delle cooperative e dell’associazionismo. Nessun intento autocelebrativo, ma solo la voglia di far conoscere un luogo che è diventato la casa per molti artisti, tra concerti, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche e incontri. «Ho deciso di raccontare il Bloom, dove suonai con i Blak Vomit, la mia punk band nel ‘92, con l’intento di farci stare il più possibile, sapendo, da subito, che è impossibile – racconta D’Angelo –. Perché i fatti, gli aneddoti, le storie che hanno visto come protagonista questa location sono innumerevoli. Dagli amori sbocciati alle band che “saranno famose”, come Nirvana, Primal Scream, Green Day, persino gli Havana 3 A.m., la band post-Clash orchestrata da Paul Simonon. Tramite un lavoro di sintesi ho voluto immortalare tutti gli input di ieri, oggi e domani, l’arte degli incontri, gli artisti non solo quando sono sul palco ma anche quando si confondono tra il pubblico, il tu per tu fra ospiti, organizzatori e platea. Con il proposito di riuscire a raccontare alle nuove generazioni cosa sta dietro le quinte di una realtà come questa. Così, per incuriosire ulteriormente e per dimostrare che volendo si può fare. Perché Bloom resiste e ha saputo attraversare, in modo più o meno indolore, più decenni».

«Ho voluto sottolineare contesti, rapporti con il territorio, percorsi paralleli che si sono sommati agli avvenimenti successi nel locale di Mezzago – continua il regista –. Ho scartabellato tra il passato e il presente: dai resoconti dei soci fondatori, con tanto di prequel in quanto molti di loro provengono dall’esperienza di Radio Montevecchia, una delle prime radio libere sorte in Italia, ai componenti dell’attuale staff. Un filo rosso che attraversa la Brianza ma con gli sguardi oltre la stessa». Il film verrà proiettato al Bloom il 20 maggio, in occasione del 31° compleanno del centro multiculturale, anticipato il 19 dal “concerto bioelettrico” di Morgan & Megahertz.