Milano, 18 gennaio 2021 - Due ruote che passione? Sì, ma la risposta delle città italiane non è all'altezza, ancora, delle richieste degli utenti. Lo sottolinea il quinto rapporto dell'Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con Legambiente, che dà il quadro delle azioni messe in campo dai Comuni capoluogo di provincia (79 le amministrazioni che hanno risposto al sondaggio rivolto a 104 municipi) per ciclisti e motociclisti. Se cersce la voglia di viaggiare su due ruote, a frenare l'entusiasmo, secondo il report, sono i dati sulla sicurezza dei ciclisti: 253 delle 3.173 vittime della strada nel 2019 erano ciclisti, con un incremento del 15% sull'anno precedente.
Per quanto riguarda i ciclisti, emerge la crescita di piste ciclabili, ciclopedonali e zone a 20 o 30 km/h (+6% rispetto al 2018 e +20% dal 2015), come anche la possibilità di accesso delle biciclette alle corsie riservate ai mezzi pubblici e il numero di Comuni con postazioni di interscambio bici nelle stazioni ferroviarie. Calano invece le città in cui si può portare la bici sui mezzi pubblici o in cui è presente un servizio di bike sharing, che passano dal 57% del 2018 al 53% del 2019. Sul fronte degli incidenti, il 48% dei Comuni intervistati considera oggi il miglioramento della sicurezza stradale una priorità molto alta o alta.
Per quanto riguarda invece moto, scooter e ciclomotori, l'accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici scende al 12%: ad oggi è consentito in soltanto 6 Comuni (con Milano anche Benevento, Imperia, Parma, Taranto, Venezia), mentre parzialmente a Bergamo, Como, Genova e Pescara. Va meglio lo sharing (con buone performance dell'elettrico) consolidato a Milano (il 57% del totale con 2.360 unità), Roma, Genova, Rimini e Torino. In calo gli incidenti mortali per motociclisti e scooteristi, ma in questo caso la sicurezza non è prioritaria per il 59% dei Comuni.
"Appare evidente - ha commentato il presidente di ANCMA Paolo Magri - che ci sia ancora molto da fare, in particolare per la sicurezza degli utenti. Dalle città arriva una nuova domanda di mobilità individuale, resa viva anche dalle conseguenze della pandemia. Questo rende i centri urbani il terreno ideale per consolidare con più coraggio quello che di buono è già stato fatto e per sperimentare nuove misure". Sullo sfondo la sfida ambientale e l'Agenda 2030: "L'industria delle due ruote è pronta ad affrontare questo percorso e la sfida della mobilità elettrica". Per il presidente di Legambente, Stefano Ciafani, "emerge dal Focus come sia in atto un vero e proprio cambiamento delle abitudini dei cittadini. Aumenta la superficie complessiva dedicata a infrastrutture per la ciclabilità, ma restano evidenti le solite emergenze. Si può e si deve cambiare, intervenendo sulla moderazione della velocità".