Berbenno, per ogni nuovo assunto una forma di formaggio

Valgono più dell’oro le forme di Storico ribelle che Mondora acquista

Le forme di Storico ribelle

Le forme di Storico ribelle

Berbenno (Sondrio), 23 agosto 2019 - Valgono più dell’oro le forme di Storico ribelle che Mondora acquista per ogni nuovo assunto: il ricavato della rivendita, una volta passati gli anni di invecchiamento, finisce in progetti per il territorio. Fa tutto parte della mission, o meglio dell’anima dell’azienda, che è una società B (benefit) Corp, una delle prime in Italia: creare impatto positivo su persone e ambiente tramite il core business, lo sviluppo di software.

«A ogni nuova assunzione acquistiamo una forma di Storico ribelle», spiega Michele Mondora, fondatore della ditta insieme al fratello Francesco. La paga Mondora ma la proprietà è del singolo che ne è responsabile e la personalizza a piacere con inchiostro di mirtillo. Dopo una stagionatura di tre anni nella casera di Gerola (ad oggi ne hanno una trentina «parcheggiate»), il «dipendente» vende il suo Bitto all’asta e con il ricavato si impegna, come da contratto di assunzione, a sostenere qualcosa di buono e positivo. Che sia l’acquisto di un’altra forma, la pulizia di sentieri, un’iniziativa sociale poco importa. Ciò che conta è il fine: aiutare il contesto a crescere in modo sano e umano. In sostanza Hirebitto.com, questo il nome dell’iniziativa, è un accordo di interdipendenza tra azienda, persona e comunità. Lo stesso che guida l’azienda di Berbenno in tutte le sue azioni. Dal rimborso chilometrico per chi sceglie di raggiungere l’ufficio con mezzi «dolci» all’assunzione di agricoltori che nulla c’entrerebbero con lo sviluppo di software. E invece c’entrano eccome, se di nome fai Mondora. L’azienda li integra nell’organico perché mantengano vivo il territorio e coltivino la terra in modo responsabile, con metodo biologico e biodinamico, producendo frutta, verdura, cereali che gli stessi colleghi possono portare a casa o consumare nella cucina aziendale.

Perché il fine ultimo, neanche troppo lontano, è costruire un sistema dove le persone stiano bene. Tutti devono farne parte, clienti e fornitori compresi. Sugli sconti, ad esempio, non si specula. «Vogliamo che il fornitore li devolva o investa in progetti di impatto positivo, magari anche sul suo territorio. Per fare un esempio: un ragazzo sta sostenendo il progetto «Milleorti per la città» con un allevamento di galline di razza romagnola in via di estinzione», conclude. Da questa contaminazione positiva nasce un progresso reale, a misura d’uomo e natura. Tutto, però, va monitorato: fidarsi è bene, ma a volte le persone hanno bisogno di un aiuto per diventare davvero responsabili.