Covid, Bassetti: "Oltre 95% di protetti in Italia, raggiunta immunità di sicurezza"

Secondo l'infettivologo tra vaccinati e guariti la stragrande maggioranza è già difesa dal virus e non vale la pena mantenere tutte le misure restrittive per vaccinare ancora l'1% della popolazione

Il professor Matteo Bassetti

Il professor Matteo Bassetti

Noi oggi, tra i vaccinati che sono oltre il 91% degli over 12 e i guariti che hanno comunque contribuito a un'immunizzazione di massa, siamo ben oltre il 95% di popolazione protetta. Se non vogliamo chiamarla immunità di gregge perché questo è un virus respiratorio, mutante e tutto quello che si vuole, chiamiamola 'immunità di sicurezza'

Lo afferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova che aggiunge: "Credo che siamo in una condizione molto sicura. Se me lo avessero detto un anno fa non ci avrei creduto, mi pare un risultato straordinario. Brava l'Italia, bravo Figliuolo, bravi quelli che si sono vaccinati. Meno bravo chi non si è vaccinato, ma alla fine - sottolinea l'infettivologo - vivranno bene anche loro in una nazione protetta". Per Bassetti è finito il tempo delle divisioni, come delle restrizioni: "Direi Basta con questa contrapposizione tra vaccinati e non vaccinati. Se per arrivare a vaccinare ancora un 1% della popolazione dobbiamo mantenere ancora tutte le misure restrittive, per me finisce per essere un gioco che non vale la candela. Arrendiamoci. Diamoci ancora 2 mesi di tempo, arriviamo alla fine dell'emergenza e poi tiriamo una linea e decidiamo che vogliamo fare".

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L'ipotesi: "In 2-3 settimane meno di 100 morti al giorno"

In riferimento poi al numero di decessi, che inizia a calare secondo quando emerge dal report settimanale della fondazione Gimbe, Bassetti si augura "che nelle prossime 2-3 settimane si arrivi a un numero accettabile" di morti Covid "che probabilmente in questa situazione è sotto la soglia dei 100 al giorno, sempre altissimo come numero ma più accettabile e anche più in linea con gli altri Paesi. Noi in questo momento - rileva l'infettivologo - siamo ancora, nonostante la riduzione di ieri, sempre abbastanza elevati nel numero dei decessi. In Inghilterra sono arrivati a dire che l'eccesso di mortalità di questa fase non esiste più rispetto al 2019, mi auguro che anche noi arriveremo a non avere più un eccesso di mortalità ovvero che - spiega Bassetti - facendo la media dei decessi del mese di marzo 2022 deve essere in linea con la media del mese di marzo 2019. Quando arriveremo in quella media allora - conclude - saremo arrivati davvero a una fase di normalità che è quella che fondamentalmente ci danno i vaccini".

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Quarta dose: possibile in autunno come richiamo

Sull'ipotesi di una quarta dose del vaccino Covid in primavera Bassetti è scettico: "Io non credo che chi ha fatto la terza dose a ottobre-novembre ne dovrà fare un'altra a marzo-aprile. Credo piuttosto che queste persone faranno il richiamo autunnale che poi bisognerà vedere se sarà per tutti o unicamente, come per l'influenza, per over 65 e fragili. Però per dare una risposta definitiva dobbiamo aspettare i dati innanzitutto di chi ha fatto la quarta dose e vedere quanto la quarta dose in qualche modo migliori la risposta immunitaria. Quello che mi pare abbastanza evidente è che non solo rimanga una protezione dopo la terza dose, ma rimanga anche per chi è guarito dal Covid anche se magari non ha mai fatto una vaccinazione. Insomma, fondamentalmente si ha comunque una copertura tra quello che resta come anticorpi e in più quello che si ha dalle cellule T di memoria che - ricorda Bassetti - anche sulla base dello studio che è stato pubblicato dall'università di Genova, dimostra che comunque si mantengono nel tempo. E quindi una forma di protezione nei confronti delle forme gravi di Covid è probabile che ce l'abbiano non solo quelli che hanno fatto le tre dosi di vaccino, ma anche quelli che sono guariti".

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