Barolo, un mito in svendita: bottiglie a 9 euro, bufera nel Consorzio

I produttori storici contro il presidente Matteo Ascheri che replica: "L'assemblea è sovrana, mi rimetto alle sue decisioni"

Colline del Barolo

Colline del Barolo

Alba (Cuneo), 25 gennaio 2021 - Cosa hanno in comune bottiglie battute all’asta per migliaia di dollari con altre vendute a 9 euro nei discount? Tanto, dall’uvaggio alla zona di produzione, ma soprattutto la denominazione, che fa traboccare il tanto in troppo: Barolo Docg. Il re dei vini italiani, un brand capace di tenere testa ai grandi rossi francesi sui mercati internazionali, sta svendendo la sua immagine. 

Un problema latente, che si trascina da tempo, ma che la crisi Covid ha portato a galla in tutta la sua gravità, in particolare dopo che secondo l'ultima rilevazione della Camera di commercio di Cuneo, il prezzo del Barolo è sceso sotto i 5,20 euro al litro. Quasi un insulto, per la qualità e la storia di questo vino, vanto piemontese e di tutta Italia; sicuramente un controsenso, in una terra dove le vigne sono arrivate a quotazioni di 2,5 milioni all’ettaro. La questione è esplosa in seno all’assemblea dei soci del Consorzio di tutela, investendone in pieno il presidente, Matteo Ascheri. Alcuni dei produttori storici e più conosciuti, guidati dal decano Angelo Gaja, lo accusano di non aver fatto abbastanza per tutelare valore e onore del Barolo. Ad esempio dopo il mancato taglio del 10% della riserva vendemmiale 2020, operazione che avrebbe contribuito a frenare il calo dei prezzi in un anno funestato dalla pandemia.

Matteo Ascheri
Matteo Ascheri

“Il punto è che il vino poi va anche venduto – ragiona Ascheri – e solo il 15-20% delle 14 milioni e mezzo di bottiglie prodotte l’anno viaggia su certi prezzi. Inoltre, circa il 30% della produzione viene venduta sfusa agli imbottigliatori che poi la commercializzano con il loro marchio, ovviamente al loro prezzo. Un’abitudine cui contribuiscono tutti, anche i nomi più altisonanti, perché vendere immediatamente parte della produzione significa incassare subito liquidità. Nel nostro mondo è sempre stato così ed è questa la vera sfida da affrontare. Bisogna chiudere il cerchio, fare in modo che chi produce il vino faccia anche la commercializzazione”.