I vigili e la battaglia del badge, il sindaco Sala: pronto a sedermi al tavolo

Niente sciopero dei ghisa, salvo il 7 dicembre. "Ma il problema resta"

Giuseppe Sala

Giuseppe Sala

Milano, 5 dicembre 2018 - Il 7 dicembre è salvo. Niente sciopero, i ghisa saranno regolarmente in strada. Sul resto, i problemi restano eccome, e già ieri se ne è avuta la dimostrazione. In mattinata, il prefetto Renato Saccone, come da previsione, ha disposto il differimento ad altra data dell’astensione «dal lavoro ordinario e straordinario» proclamata da Sulpm e sindacati di base sull’intera giornata di Sant’Ambrogio: «Il provvedimento – si legge nella nota di Palazzo Diotti – si è reso necessario a seguito dell’esito negativo del tentativo di conciliazione con i rappresentanti sindacali, per evitare disagi alla mobilità della cittadinanza, in una giornata che vede la concomitanza di due eventi di rilievo internazionale, la riunione del Consiglio dei ministri dell’Osce che si terrà a Milano sotto la Presidenza italiana e l’apertura della stagione operistica del Teatro alla Scala».

Una decisione inevitabile e dettata dalla frattura al momento insanabile tra una parte dei rappresentanti dei vigili e l’amministrazione. «Differire non vuol dire risolvere, il problema si pone», il commento del sindaco Giuseppe Sala, che qualche giorno fa aveva definito «profondamente sbagliata» la scelta di mobilitare la categoria in un giorno-chiave per Milano. «È una data molto delicata – sottolinea il primo cittadino – perché non ci sono solo la Prima della Scala e gli Oh Bej! Oh Bej!, ma anche la riunione dei ministri degli Esteri». Al centro del contendere resta la questione badge, che ha scatenato la protesta e compattato la categoria ben al di là delle aspettative di chi per primo ne ha fatto una bandiera: gli agenti si oppongono alla sostituzione della spunta manuale con gli apparecchi che rilevano elettronicamente la presenza. «Ribadisco che il badge – continua Sala – non serve per controllare, ma è un’equiparazione rispetto a ciò che avviene nelle altre città italiane». Quindi, «se il confronto è su questo, non credo che la città sia felicissima né che sia facilissimo capire il perché ci possa essere una situazione di stallo su un tema del genere». Detto questo, la conclusione, «andiamo oltre Sant’Ambrogio e poi sono disponibile anch’io a mettermi al tavolo personalmente». Replica il segretario del Sulpm Daniele Vincini: «Apprezziamo l’apertura del sindaco e attendiamo di sederci al tavolo con lui per convincerlo della bontà delle nostre ragioni: il badge ingessa il sistema ed è uno schiaffo alla nostra professionalità, non cambiamo idea su questo. E poi c’è il resto». Cioè i fondi stanziati per la previdenza complementare, ritenuti inferiori a quanto stabilito in precedenza, «le 300 assunzioni promesse in campagna elettorale» e soprattutto il tema dell’equiparazione della polizia locale «alle altre forze di polizia».

Dal canto suo, pure la vicesindaco Anna Scavuzzo ha ribadito «la disponibilità da parte dell’amministrazione ad aprire o a proseguire quelli che sono i tavoli di riflessione», pur confermando l’intenzione, imposta dalla legge, di introdurre il badge: «La capacità di ammodernarsi è uno dei tratti distintivi di Milano: credo che questo possa coinvolgere anche la polizia locale senza far perdere la dignità a nessuno». «Io capisco i timori iniziali – chiosa il comandante dei ghisa Marco Ciacci – però credo che possano essere superati insieme e su questo siamo pronti, con le organizzazioni sindacali e i dipendenti, a trovare le soluzioni che permetteranno di adattare questo strumento alle esigenze operative del personale».