Calcio, famiglie e baby giocatori: ecco la rete da evitare

Il vademecum per non essere raggirati

Baby calciatori

Baby calciatori

Milano, 22 marzo 2018 - La malavita che cerca nuove leve nei vivai del calcio italiano, prendendo soprattutto i giovanotti più svegli. Emissari delle cosche che coprono d’oro baby talenti e le loro famiglie per metterli in società dilettantistiche, affinché tutti sappiano che quel ragazzino “lo manda il boss”. Procuratori (spesso falsi) senza scrupoli che piombano nei campetti all’improvviso per truffare ambiziosi genitori. Dirigenti pronti a lucrare sui sogni dei ragazzi. Il mondo del pallone non è così limpido come può apparire, nelle ultime settimane lo abbiamo dimostrato con la nostra inchiesta e autorevoli testimonianze. Non è sempre il pallone a rotolare in rete, ma nella rete ci finisconono mamme e papà. Beffati e danneggiati. Come evitare le truffe? Aprendo gli occhi, prima di tutto. Non cedendo alle lusinghe di chi, magari in giacca e cravatta e buone maniere, si presenta davanti pronunciando la magica formuletta «affidate a me vostro figlio, lui è un talento, ci penso io a piazzarlo». No, ci sono tante possibilità che quello non sia un vero agente, ma un faccendiere pronto a tutto, e che sa bene come muoversi nel sottobosco del calcio giovanile pur di intascare qualche spicciolo.

Ci sono campanelli d’allarme che non possono essere ignorati. Perché se un calciatore, anche giovanissimo, ha davvero qualità importanti, il bravo procuratore (quello vero) potrà aiutarlo a emergere senza nulla pretendere in cambio. Ma accompagnandolo passo dopo passo nel percorso di crescita. Affidare il proprio talento a un truffaldino, che si presenta millantando, rischia di danneggiare le aspirazioni del ragazzo. Perciò è bene sapere che procuratori e intermediari, per essere ritenuti regolari e autorizzati a rappresentare un giocatore, sono tenuti a registrarsi iscrivendosi al registro Figc, con validità annuale. In assenza di registrazione, il falso agente sarà considerato un abusivo (a meno che non sia un avvocato, che può operare con giovani di “serie” o calciatori dilettanti), ma potrà fare ciò che vuole a danno del giovane o della sua famiglia. Solo perché i genitori lo hanno autorizzato, lusingati da false promesse.

Capitolo a parte meritano poi coloro i quali, oltre a estorcere una firma, pretendono anche soldi. Stare lontani dalle società che praticano il “pagate vitto e alloggio”: un club davvero interessato investe concretamente sul ragazzo e deve garantirgli tutto. E infine attenzione alle proposte di provini: nelle puntate precedenti tanti papà e mamme ci hanno confermato di essere caduti nella trappola dei “furbetti” che chiedono dai 50 ai 300 euro, ma anche di più, in cambio di alcune apparizioni nei centri sportivi di società professionistiche. Ma perché pagare in assenza di procura? Per truffare, in questi casi, ci sono due modi: o il falso intermediario è d’accordo col dirigente, ben sapendo entrambi che il ragazzo mai verrà tesserato e quindi lo si illude ospitandolo per qualche giorno durante gli allenamenti, incassando il denaro e poi dirgli «arrivederci e grazie»; oppure il faccendiere è così bravo da ingannare tutti e tenersi i soldi solo per lui, salvo sparire dopo aver fatto consentito al ragazzo di partecipare al provino. Non esistono provini a pagamento, soprattutto quelli dove 50-60 ragazzi tutti insieme vanno in campo, a turno, un’oretta.

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