Pendolari lombardi, stangata alle porte: sui biglietti pronto il rincaro del 7,4%

Domani la delibera della Regione, le società che gestiscono treni e mezzi chiedono l’adeguamento Istat

Treni

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La delibera della Giunta regionale è attesa per domani, salvo cambiamenti dell’ultima ora. E servirà a mettere nero su bianco un dato di fatto: quest’anno il consueto adeguamento delle tariffe del trasporto pubblico agli indici Istat potrebbe assumere dimensioni straordinarie e avere ripercussioni significative sulle tasche dei pendolari lombardi. La logica semplice e spietata dei calcoli e dei numeri dice, infatti, che per stare al passo con gli aumentati costi di beni, prodotti e servizi monitorati dall’Istat, le tariffe di autobus, treni, tram e metropolitane dovrebbero crescere del 7,4%. È questo il valore percentuale che sarà formalizzato nella delibera della Giunta. Un rincaro più che un adeguamento. Un rincaro dovuto anche ai due anni di pandemia: nel 2020 e nel 2021, a causa dello stato di emergenza dichiarato per il coronavirus, gli adeguamenti sono stati congelati. Rieccoli ora. E scatterebbero già in autunno.

Il condizionale resta d’obbligo, però. L’applicazione dell’adeguamento, infatti, non avviene in automatico, ma sarà discussa già nelle prossime settimane dalla stessa Regione insieme alle 6 Agenzie del Trasporto Pubblico Locale competenti per le relative aree, ai Comuni e ai gestori che ne sono soci. Le decisioni saranno prese tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto, in modo che per settembre il quadro sia definito. Precisato questo, diversi elementi inducono a pensare che qualche ritocco ci sarà. Il primo: è vero che negli anni scorsi ci sono state Agenzie che hanno fatto a meno di applicare l’adeguamento Istat, ma è altresì vero erano nell’ordine dell’1,5-2% e in quanto tali potevano, quindi, essere “agevolmente“ coperti da stanziamenti pubblici o con una riponderazione del servizio. Il secondo: qualcosa si è già mosso.

Un emendamento al Bilancio regionale, che sarà discusso a luglio in Consiglio, concede alle Agenzie la possibilità di scegliere quali titoli adeguare: solo quelli occasionali (il biglietto per la singola corsa), solo carnet e abbonamenti o entrambi. Più che un emendamento sembra un indizio. Terzo elemento: la congiuntura attuale. "Noi – spiega Antonio Nessi, direttore lombardo di Asstra, associazione di categoria che rappresenta 21 aziende del trasporto pubblico regionale – stiamo pagando somme esorbitanti per le materie prime, per i carburanti e per l’energia elettrica. E tutto lascia pensare che da settembre i costi cresceranno ancora. Senza contare che, causa Covid, veniamo da due anni in cui non vi è stato alcun adeguamento e, soprattutto, i passeggeri sono calati sensibilimente. Ora stiamo recuperando, siamo al 75% della capienza rispetto al pre-Covid. Ma questa congiuntura penalizza, purtroppo, le aziende virtuose: quelle che dipendono più di altre dai ricavi dei biglietti acquistati dai passeggeri". Un grido di allarme, questo, al quale occorrerà rispondere.