AstraZeneca, niente open day per i giovani? Il Cts valuta il divieto sotto i 50 anni

Dopo il caso di una 18enne gravissima a Genova gli esperti consigliano cautela nella somministrazione in alcune fasce di età

Giovani vaccinati

Giovani vaccinati

Il Comitato tecnico scientifico (Cts) sta valutando se dare indicazioni per la somministrazione del vaccino AstraZeneca sono a persone con più di 50 anni "vietandolo" di fatto ai giovani. Gli esperti stanno infatti esaminando i dati a loro disposizione dopo che nelle ultime ore si è inasprito il confronto sugli Open day vaccinali. In particolare dopo il caso della 18enne di Genova in gravissime condizioni dopo essersi sottoposta a vaccinazione con AstraZeneca proprio nel corso di un Open Day.

La polemica sugli Open Day

E' giusto che una persona si presenti liberamente a un open day (che sia AstraZeneca piuttosto che Pfizer) e decida autonomamente che "quel vaccino va bene per lui" senza una precisa indicazione di un medico che individui il vaccino più adatto a quella persona (in base alle caratteristiche individuali e fascia d'età) fra i vaccini a disposizione? E' la domanda che si stanno facendo in molti (esperti e politici) dopo il caso di una 18enne in gravi condizioni dopo essersi sottoposta a vaccinazione durante un Open Day con AstraZeneca.

"Non darei AstraZeneca a mia figlia"

Gli Open day con AstraZeneca ai giovani li avrebbe fatti? "Diciamo che avrei aspettato un attimo. Oggi come oggi a mio figlio maschio lo farei fare, a mia figlia no, fermo restando che anche immunizzandosi con AstraZeneca correrebbe meno rischi di quelli comunque rari che si assumono prendendo la pillola", lo ha detto in un'intervista rilasciata alla stampa Guido Rasi, ex dg dell'Ema (Agenzia europea del farmaco) e ora consulente del commissario straordinario per l'emergenza Covid Figliuolo.

Due casi gravi

Solo negli ultimi giorni in Liguria due giovani donne, 34 e 18 anni, sono state colpite da trombosi dopo il vaccino Astrazeneca (ecco i sintomi a cui fare attenzione) e sono ricoverate in ospedale (in gravi condizioni la 18enne vaccinata durante un open day).

Le raccomandazioni di Aifa

Per l'Aifa è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni. Ma non è vietato per gli under 60, che siano uomini o donne, sebbene anche nelle note ufficiali diffuse si riconosca che la maggior parte dei casi di trombosi e trombocitopenia, anche gravi - seppur "molto raramente" ma "alcuni con esito fatale" - si "è verificata soprattutto nelle donne di età inferiore ai 60 anni" (nota informativa Aifa del 3 giugno). Si raccomanda quindi agli operatori sanitari di "prestare attenzione ai segni e ai sintomi" e che su tali sintomi i soggetti vaccinati siano "istruiti", perché possano "consultare immediatamente un medico". 

Napoli revoca gli Open Day

Anche se in Italia il vaccino di AstraZeneca è «già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età», come ha ricordato il coordinatore del Cts Franco Locatelli, molte regioni si sono mosse in ordine sparso, e continuano a farlo. L'Asl Napoli 2 oggi ha revocato l'open day programmato per domani sera con Astrazeneca a tutti i residenti di oltre 18 anni, senza prenotazione

Il monito del professor Galli

Sono eventi avversi rari, ma eventi che si verificano, ogni 70-100mila casi, e quasi sempre in giovani donne, è giusto allora continuare a vaccinare con Astrazeneca (o Johnson&Johnson, entrambi con vettore adenovirus, alla base del meccanismo), spingendo anche con gli Open day, senza limitazione di età? Il virologo dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, "da medico" pensa che "sia arrivato il momento di dare un'indicazione certa".  "A questo punto visto anche il livello di tensione che c'è su questo problema si deve essere capaci di misurare con chiarezza come siamo messi dal punto di vista del rapporto rischio-beneficio nell'utilizzare o non utilizzare questo vaccino per lo meno in quelle classi di età di cui stiamo parlando", ovvero under 60, giovani donne prevalentemente. E "nelle classi di età (e genere) dove si può fare a meno di utilizzarlo, è il caso di non utilizzarlo".

Quanti e quali sono vaccini fatti in Italia

Sono 39.891.977 le dosi di vaccino contro il Covid-19 somministrate in Italia, l'88,1% del totale di quelle consegnate, che sono finora 45.278.289. Nel dettaglio, 30.628.552 Pfizer-BioNTech, 4.096.657 Moderna, 8.993.380 Vaxzevria (AstraZeneca) e 1.559.700 Janssen (J&J). Hanno completato il ciclo vaccinale 13.494.566 italiani, pari al 24,87% della popolazione over 12. E' quanto si legge nel report online del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria aggiornato alle 06.07 di oggi.