FEDERICA PACELLA
Cronaca

Allarme anziani in Lombardia, serviranno 141 badanti e 209mila colf: “C’è bisogno di stranieri”

Con l’invecchiamento della popolazione, nel 2025 la richiesta di figure di supporto aumenterà, ma da anni i lavoratori domestici sono in calo costante

Aumenta la richiesta di badanti in Italia e in Lombardia

In Lombardia nel 2025 le famiglie avranno bisogno del supporto di circa 141mila badanti per soddisfare il proprio fabbisogno di assistenza, di cui 119 lavoratori stranieri e 22mila italiani. E ancora, serviranno 209 mila colf, di cui 162mila lavoratori stranieri, 46mila italiani. Sono le stime contenute nel terzo Paper del Rapporto 2024 ‘Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico’, presentato da Assindatcolf e dal Centro Studi e Ricerche Idos.

Il dato del fabbisogno include non solo le famiglie con lavoratori già in regola ma anche i datori di colf e badanti senza contratto e persone che vorrebbero assumere ma che per una serie di motivi, anche economici, non hanno ancora provveduto. La Lombardia, dove negli ultimi anni si assiste a un calo costante di lavoratori domestici iscritti all’Inps (segno di carenza di personale, ma anche del progressivo aumento del nero), è al primo posto per fabbisogno di badanti, seguita da Campania e Sicilia, e guida la classifica anche per quanto riguarda il comparto colf.

"Con il nostro studio – dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – vogliamo consegnare a Governo, Parlamento e Regioni un’inedita fotografia delle esigenze delle famiglie in tema di assistenza domestica e quindi di welfare. La stima del fabbisogno include, infatti, anche chi avrebbe bisogno di assumere colf e badanti ma non può permetterselo, a testimonianza di come il ‘costo’ sia ormai diventato un problema trasversale. Per questo da anni chiediamo misure universali, e non legate all’Isee o all’età, che aiutino tutte le famiglie a sostenere i costi del personale domestico, lato contributivo ma soprattutto sul fronte delle retribuzioni. È arrivato il momento che anche lo Stato faccia la sua parte perché attualmente è tutto sulle spalle dei singoli".

L’invecchiamento della popolazione, del resto, comporta un aumento delle esigenze di assistenza. "Il numero crescente di nuclei bisognosi di assistenza domestica in Italia va di pari passo – afferma Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos – con la crisi demografica del Paese e il cronico invecchiamento degli autoctoni. Due criticità strutturali, quelle del fabbisogno di cura e della denatalità, cui gli immigrati potrebbero dare un apporto ancora più apprezzabile se si razionalizzassero le politiche sull’ingresso e la permanenza regolare degli stranieri in Italia".