Anguillara: proteste nel paesino veneto che oggi ospita Bolsonaro, cittadino onorario

A conferirla è il sindaco leghista Alessandra Buoso. I manifestanti: "Donne. Amazzonia, gay: i suoi valori non rispecchiano la nostra Costituzione"

La contestazione di Anguillara a Bolsonaro

La contestazione di Anguillara a Bolsonaro

Anguillara Veneta (Padova) - È già gremito di gente, soprattutto troupe televisive e curiosi, il piazzale della chiesa di Anguillara, nel padovano, dove alle 9.30 è previsto un sit-in autorizzato contro l'arrivo del presidente del Brasile Jair Bolsonaro, al quale il sindaco leghista Alessandra Buoso conferirà la cittadinanza onoraria. A spiegare le ragioni della protesta è Antonio Spada, uno dei consiglieri municipali di opposizione che ha votato contro il provvedimento della giunta. «La cittadinanza è inopportuna - sostiene - perché le posizioni di Bolsonaro non rispecchiano i valori della nostra Costituzione». Spada cita diversi esempi: «non condividiamo quello che pensa degli omosessuali, delle donne, dell'Amazzonia, una terra che deve rimanere un bene di tutti».

Massimo Ramundo è un Padre comboniano che ha trascorso 20 anni in Brasile, 12 dei quali in Amazzonia: oggi è nella piazza di Anguillara per testimoniare la sua contrarietà all'arrivo di Jair Bolsonaro per ricevere la cittadinanza onoraria. Anche lui prende parte al sit-in autorizzato per dire no al presidente verde-oro. «La politica di Bolsonaro - spiega Ramundo, che ora opera a Verona nella sede della rivista Nigrizia - va contro tutto quello che professa quotidianamente Papa Francesco». Il sacerdote cita più di un esempio: «il Presidente non si occupa della difesa delle minoranze, a partire dagli indios dell'Amazzonia. Anzi ha bloccato i finanziamenti per la costruzione di case popolari nelle aree più indigenti del Paese». Parla anche di ambiente. «Papa Francesco - sottolinea - non smette di ricordarne l'importanza come bene comune, mentre Bolsonaro fa quello che vuole in Amazzonia».

Intanto ieri alcuni giornalisti brasiliani, a Roma per seguire i lavori del G20, hanno riferito di momenti di tensione fuori dell'ambasciata brasiliana quando stavano per avvicinarsi al presidente Jair Bolsonaro. I giornalisti denunciano di essere stati strattonati e duramente invitati ad allontanarsi dalle forze di sicurezza che proteggevano il presidente. Un giornalista si è visto sottratto anche il suo cellulare. «Volevamo solo fare il nostro lavoro - denunciano - e invece abbiamo subito queste aggressioni. Non è mai stato così difficile fare il nostro lavoro», sottolineano riferendosi al clima che vivono con la presidenza di Bolsonaro.

Il presidente brasiliano ha diffuso sul suo profilo Twitter le immagini giocose nelle vie di Roma e in piazza San Pietro, e delle strette di mano al suo arrivo al G20, ma la stampa brasiliana riferisce come "isolato" rispetto agli altri protagonisti del summit il suo leader. 

Nel pomerggio, quando Bolsonaro aveva già lasciato ad Anguillara, sono divampati accesi scontri fra un gruppo di contestatori e le forze dell'ordine, che hanno effettuato una carica nel tentativo di disperdere gli antagonisti. Gli agenti sono giunti nel paese con sei camionette e gli idranti per disperdere i manifestanti