Fotoreporter pavese ucciso in guerra, le testimonianza dei carabinieri del Ros

A parlare sono stati i militari del nucleo speciale dell'Arma che condussero le indagini che portarono all'arresto di Vitaly Markiv, accusato di aver ucciso Rocchelli

Andrea Andy Rocchelli è stato ucciso da colpi di mortaio

Andrea Andy Rocchelli è stato ucciso da colpi di mortaio

Pavia, 18 gennaio 2019 - Oggi, in un'udienza del processo per l'omicidio di Andy Rocchelli, il fotoreporter pavese morto il 24 maggio del 2014 in Ucraina mentre stava effettuando un reportage sulle sofferenze della popolazione del Donbass nella guerra tra separatisti filorussi ed esercito ucraino, è stata ascoltata la testimonianza di alcuni carabinieri del reparto dei Ros. A parlare sono stati i militari del nucleo speciale dell'Arma che condussero le indagini che portarono all'arresto di Vitaly Markiv, 29 anni, il cittadino italo-ucraino accusato di aver esploso i colpi di mortaio che uccisero Rocchelli (nell'agguato perse la vita anche il giornalista russo Andrei Mironov, mentre il fotografo francese William Roguelon venne ferito gravemente alle gambe ma riuscì a salvarsi).

Il colonnello Paolo Storoni, attuale comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, aveva guidato il nucleo dei Ros che il 30 giugno del 2017 arrestò Markiv all'areoporto di Bologna subito dopo essere sceso dall'aereo che arrivava dall'Ucraina. Storoni ha spiegato che nel corso di diverse intercettazioni telefoniche, soprattutto nei dialoghi con la madre, Markiv metteva in rilievo il suo ruolo di guida all'interno dell'esercito ucraino. Sono stati poi ascoltati altri 4 militari del Ros (la cui identità è rimasta nascosta, durante la testimonianza, per ragioni di sicurezza) che, nell'ambito dell'inchiesta, hanno esaminato telefonini e tablet di Rocchelli e Markiv. In diverse immagini il 29enne italo-ucraino appare in cima alla collina dalla quale partirono i colpi di mortaio che uccisero Rocchelli e Mironov: foto che confermerebbero il ruolo operativo, nelle operazioni militari, svolto dall'uomo imputato per l'omicidio del fotografo pavese. Secondo l'avvocato Raffaele Della Valle, difensore di Markiv, da queste testimonianze non emergerebbero invece elementi decisivi nell'accusa verso il 29enne italo-ucraino.