Berlusconi su Sputnik: "Funziona molto bene, introduciamolo presto da noi"

Da Mosca in nostro ambasciatore nega di sapere dell'accordo per la produzione in Italia. L'Ema studia l'autorizzazione. Letizia Moratt: "Noi estranei all'intesa"

Una ricercatrice russa del centro Gamaleya dove il vaccino Sputnik V è stato messo a punto

Una ricercatrice russa del centro Gamaleya dove il vaccino Sputnik V è stato messo a punto

Milano - “L’Italia piange 100mia morti, il numero dei contagi è tornato a salire in maniera molto preoccupante. Finalmente Pfizer ha dato garanze sulle nuove consegne di vaccini, che consentiranno di imprimere un’accelerazione nelle somministrazioni. Abbiamo anche buone prospettive per altri vaccini”, come per quello russo, “lo Sputnik, che secondo gli esperti funziona molto bene“. Così Silvio Berlusconi in un videomessaggio ai tg nazionali, torna a sponsorizzare la bontà del vaccino russo Sputnik e la possibilità di produrlo in Italia. Su Sputnik interviene anche Patrizia Popoli, presidente della Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. «Per il vaccino russo l’Agenzia europea per il farmaco ha iniziato giovedì scorso la valutazione dei primi dati. Però ancora non è stato sottoposto un dossier completo».

«Quello che sappiamo di Sputnik, al momento, è quello che risulta dallo studio che è stato pubblicato su una rivista medica prestigiosa, ma ovviamente non ci si può basare su una singola pubblicazione per decidere se un vaccino può essere somministrato a milioni di persone - aggiunge - Questo studio ci dice che Sputnik, come Johnson&Johnson e Astrazeneca, è un vaccino per entrare nelle cellule usa un virus che non può replicarsi e che ovviamente è del tutto innocuo. È un vaccino a vettore virale. Sappiamo che richiede una seconda somministrazione a distanza di tre settimane dalla prima e, sulla base di questo unico studio, sembrerebbe molto efficace. È stata riportata un’efficacia intorno al 92%, quindi è un livello ottimo. Però bisogna aspettare di avere visto tutto il dossier».

C'è poi il tema del presunto accordo per l produzione di Sputnik in Italia. “Non ero preventivamente a conoscenza dell’intesa e soprattutto non ho avuto un ruolo di alcun tipo”. L’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano, chiamato in causa per un presunto interessamento che l’ambasciata avrebbe avuto nell’accordo tra l’Rdif e l’Adienne, smentisce di essere stato a conoscenza dell’intesa annunciata due giorni fa dalla Camera di commercio italo-russa.  L’intesa tra l’azienda farmaceutica italo-svizzera Adienne Pharma&Biotech e il Fondo russo di investimenti diretti (Rdif) per la possibile produzione del vaccino Sputnik V in Italia rientra nella piu’ ampia strategia di delocalizzazione di Mosca per venire incontro alla crescente domanda del suo siero e sopperire all’ancora insufficiente capacita’ produttiva domestica.

La modalita’ con cui si e’ arrivata all’intesa con Adienne e’, pero’, un unicum in Europa, dove trattative e intese con Mosca su forniture e produzione del siero russo vengono condotte a livello inter-governativo. Per l’Italia, l’iniziativa e’ stata privata: sia i ministeri competenti, che l’ambasciata a Mosca si sono detti non coinvolti mentre il ruolo di “facilitatore” e’ stato giocato dalla Camera di commercio italo-russa. “La Ue si dia da fare per risolvere la questione delle licenze, permettendo ai Paesi europei di produrre i sieri che sono già stati approvati dall’Ema nei propri impianti“.

Fonti diplomatiche denunciano “le polemiche gratuite” che si sono scatenate sull’asse Roma-Bruxelles-Mosca, dopo la notizia dell’accordo, mediato dalla Camera di commercio italo-russa, tra il Fondo di investimenti russo (Rdif) e l’azienda Adienne Pharma & Biontech, con sede a Lugano, ma con uno stabilimento produttivo in Brianza, per la produzione in Italia di Sputnik V. L’interesse dell’Europa, è la tesi “dovrebbe essere quello di produrre il maggior numero possibile di vaccini e di farlo nei Paesi europei, è su questo che dovrebbe concentrarsi il lavoro di Bruxelles, sottolineano fonti a conoscenza del dossier, mentre si cerca di sminuire la portata dell’accordo per la produzione nel nostro Paese di Sputnik V e si esorta ad astenersi dalla “tifoseria” di queste ore, che tra l’altro fa il gioco della “diplomazia dei vaccini” che la Russia sta conducendo.

Infine in Lombardia l’assessore al Welfare, Letizia Moratti, ribadisce l’estraneita’ di Regione Lombardia rispetto alla produzione del vaccino Sputnik in un’azienda brianzola. “Questi accordi sono accordi che vanno definiti a livelli diversi. Non c’e’ un coinvolgimento da parte della Regione”, dice Moratti, rispondendo a una domanda durante la conferenza per la presentazione del protocollo di somministrazione del vaccino anti-covid ai lavoratori a Palazzo Lombardia. Parole simili a quelle della nota diffusa ieri dalla stessa Regione in merito alla vicenda