"No al Green pass in università", Alessandro Barbero firma l'appello: "E' discriminatorio"

Il professore ordinario di Storia Medievale e divulgatore televisivo si unisce alla battaglia dei docenti: "Evitiamo cittadini di serie A e serie B"

Alessandro Barbero

Alessandro Barbero

Contro il Green pass in università hanno preso posizione centinaia di docenti, vaccinati contro il Covid e non, sottoscrivendo un appello in cui si definisce "discriminatoria" la natura del certificato digitale. Inoltre i professori hanno lanciato una petizione contro la natura discriminatoria del certificato, per ribadire che l'università è un luogo di inclusione e avviare un serio e approfondito dibattito sui pericoli di una tale misura, evitando ogni forma di esclusione e penalizzazione di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo.

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Tra i personaggi che hanno firmato il documento, che ha superato le trecento adesioni, c'è anche Alessandro Barbero, professore ordinario di Storia Medievale all'Università del Piemonte Orientale, nonché noto divulgatore televisivo. "Molti tra noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti Covid convinti della sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi però - si legge nell'appello -, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana") e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate per diversi motivi o che hanno scelto di non essere vaccinate". Secondo i firmatari, "in sostanza, il Green pass suddivide la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi quei diritti fondamentali garantiti loro dalla Costituzione (eguaglianza, libertà personale, lavoro, studio, libertà di associazione, libertà di circolazione, libertà di opinione)".