Affittacamere addio. La casa su misura adesso ve la trova una startup

Roomie e Habyt, due intuizioni di successo che hanno sostituito una figura professionale ormai relegata al passato

In primo piano Luca Bovone, a seguire Filippo Ronfa e Alessandro Urbani

In primo piano Luca Bovone, a seguire Filippo Ronfa e Alessandro Urbani

Milano - ​Se l’affittacamere è finito nel museo della preistoria, la richiesta per vivere nelle grandi città, soprattutto per esigenze di studio e di lavoro, si moltiplica geometricamente. E non l’ha fermata nemmeno il Covid. Una conferma arriva da due startup che hanno scelto di introdursi in questo segmento immobiliare. La loro specializzazione consiste nel creare una rete di piccoli alloggi “chiavi in mano” che rispondano alle esigenze di studenti fuori sede, manager o lavoratori in trasferta. Il web assicura molteplici vantaggi: una vasta offerta, una altrettanto ampia domanda, canoni certi e definiti per chi affitta, certezza del reddito a monte, per i proprietari che mettono a disposizione i locali. Su questo meccanismo “win-win” si è basato il successo di Roomie, startup nata da due giovani imprenditori veneti, Filippo Ronfa e Alessandro Urbani che nel 2016, lasciata Vicenza, si sono spostati a Milano col loro core-business. Nel giro di tre anni hanno allargato a 800 il giro delle unità immobiliari offerte in Italia.

Un bel successo per due esordienti poco più che “millennials”, tanto che Roomie è finita nell’orbita di un’altra startup del settore. Il nuovo arrivato si chiama Habyt e nasce dall’intuizione di un italiano giramondo, Luca Bovone, genovese, classe 1991 che ad appena 31 anni ha già collezionato un’esperienza di innovazione immobiliare in Irlanda e ha scelto di fondare la propria società a Berlino, dove finanziamenti e sbocchi di mercato erano più facili. Per Roomie la società di diritto tedesco ha versato una somma a doppia cifra e pensa ad espandersi. Dopo Milano, guarda a Torino, Bologna, Padova, Firenze:

Anche se la pandemia ha frenato la richiesta del 20%, il manager scommette di arrivare a un’offerta di 15mila alloggi quest’anno in tutta Europa. C’è un denominatore comune nei potenziali clienti: chiedono alloggi pronti all’uso, in appartamento o in camere indipendenti, gradiscono spazi condominiali condivisi. Gli affittuari sono ragazze e ragazzi con un’età media dai 25 ai 35 anni e, sempre in media, l’appartamento viene occupato per 8 mesi. Con un vantaggio ulteriore, però: che se – ad esempio – si deve cambiare città come accade a migliaia di studenti europei per l’Erasmus, la startup è in grado di provvedere. E senza penalità, grazie alla Rete (Habyt come Roomie lavora quasi totalmente da remoto) che garantisce sempre un veloce cambio d’inquilino.