A casa il venerdì Boom di accordi "Ma è pesante"

La via del risparmio secondo diverse ditte brianzole. L’operaio: così il turno quotidiano diventa più duro

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di Barbara Calderola

BARLASSINA (Monza)

La settimana corta, antidoto alla cassa e al caro-energia, debutta in Lombardia. Alla System Air di Barlassina è entrato in servizio il primo accordo che riduce l’orario di lavoro a parità di stipendio: 38 ore contro le classiche 40, la differenza a carico dell’azienda e per i 130 metalmeccanici del marchio brianzolo che produce condizionatori industriali, il compito di riorganizzarsi la vita. "È stato il primo venerdì a casa – racconta Antonio Luzza, delegato Uilm – non è facile ritarare tutti i propri impegni. L’abbiamo fatto per attenuare l’impatto della bolletta sui bilanci. I costi sono passati da 200mila euro a 1,2 milioni: abbiamo deciso di fare la nostra parte". A firmare la sperimentazione che durerà 3 mesi, "poi tireremo le somme", Giuseppe Cotroneo della Uilm-Uil: "L’intesa punta a contenere i rincari", sottolinea il sindacalista. Prima che la crisi internazionale ci mettesse lo zampino "facevamo 8-17 con pausa di 1 ora su cinque giorni, ora 7.45-18 con stop di 45 minuti da lunedì a giovedì", spiega Luzza.

"L’obiettivo – aggiunge Pietro Occhiuto, segretario della Fiom-Cgil Brianza – è evitare la cassa integrazione, cioè la riduzione del reddito. Sono i primi passi, ma per noi la strada è tracciata. Lavorare meno a parità di salario. Senza questo cambio di passo le prospettive sarebbero più nere di quanto non siano". Ed è proprio a un primo quadrimestre 2023 "difficile" che Antonio Castagnoli, alla testa della Fiom Lombardia, guarda con preoccupazione: "Nel 2022 c’è stata cassa ‘preventiva’, richiesta ma non utilizzati, a parte nell’automotive e nel siderurgico. Ora però fra aumenti delle materie prime, bollette alle stelle e frenata della domanda si profila la tempesta perfetta. Uno studio di Federmeccanica Pavia certifica un nuovo anno sfavorevole. L’inflazione galoppa, il carrello della spesa è sempre più pesante e le risposte della legge di Bilancio sono insufficienti a fare fronte ai problemi che nascerebbero dal massiccio ricorso agli ammortizzatori: con che soldi gli operai pagheranno cibo, mutui, gas e luce?".