Milano, 4 giugno 2012 - Il settimo Incontro mondiale delle famiglie e la visita del Papa sono costati circa 10,5 milioni di euro, ha detto il responsabile della comunicazione don Davide Milani con riferimento al bilancio di previsione. A coprirli saranno le risorse che la Fondazione Milano Famiglie 2012, presieduta da monsignor Erminio De Scalzi, ha ricevuto dall’Arcidiocesi, dalla Cei, dai privati (partner Intesa Sanpaolo, il principale, ed Eni, tra gli sponsor Enel, Poste Italiane, Milano Serravalle/Tangenziali, A2A, Italcementi, Fiera Milano e il MiCo che ha ospitato il Congresso teologico-pastorale, il Congresso dei ragazzi e la Fiera internazionale della famiglia che ha avuto circa centomila visitatori), e dalla Regione Lombardia, che ha destinato due milioni di euro oltre al 27esimo piano del Pirellone per gli uffici.

«Unica istituzione pubblica» a contribuire, ha ricordato il governatore Formigoni sottolineando che «questo è il primo caso in cui il governo dichiara un “grande evento” senza intervenire». Nessun contributo diretto dal Comune; i 2,2 milioni di euro spesi per potenziare trasporti, sicurezza e servizi di pulizia (meno dei 3,1 previsti inizialmente) sono quindi da conteggiare a parte rispetto alle spese della Fondazione che, a dieci giorni dall’evento, il consigliere delegato Daniele Conti stimava in 10,2 milioni di euro.

Così ripartiti: 2,5 milioni per il congresso, compresi spazi, servizi e cento pullman per portare i partecipanti agli eventi che hanno toccato diverse città lombarde; 5,1 milioni per la Festa delle testimonianze e la Messa al campovolo dove, nel momento più intenso, hanno lavorato 70 ditte e 250 addetti (e i lavori di smontaggio continueranno per buona parte di giugno); 850 mila euro per l’accoglienza di pellegrini, delegazioni ufficiali, vescovi e cardinali da 153 Paesi, per alcuni dei quali la Fondazione ha garantito in tutto o in parte le spese di soggiorno, e le spese di vitto ed eventualmente viaggio e alloggio per gli oltre cinquemila volontari; un milione per i lavoratori (nell’ultima fase 10 dipendenti e 17 tra consulenti e professionisti, altri 40 collaborano come volontari) ingaggiati dalla Fondazione, attiva dall’autunno 2010; 250 mila euro per la comunicazione, 500 mila per organizzazione e informatica.

Le stime sull’indotto procurato dall’evento al territorio “ballano” tra i 57 milioni calcolati dalla Camera di commercio di Monza e Brianza e i 55 previsti da Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica alla Cattolica, in base a cifre prudenziali. Secondo lui un congressista che abbia fatto ricorso al kit (comprensivo di buoni pasto) del Family 2012, e non all’ospitalità (offerta a 34mila persone da undicimila famiglie) ha speso 540 euro; 620 senza kit. I congressisti erano oltre seimila.
giulia.bonezzi@ilgiorno.net