Gianluca Vialli torna a vedere la sua Cremonese: ovazione da brividi allo stadio Zini

Il giocatore, che sta lottando contro una grave malattia, ha assistito al match contro il Sassuolo

Gianluca Vialli allo Zini

Gianluca Vialli allo Zini

Non poteva pensare di sedersi in tribuna nell’indifferenza generale. Proprio lui che cresciuto nelle giovanili della Cremonese, all’inizio degli anni ’80, prima sotto la guida del tecnico Guido Vincenti e poi di Emiliano Mondonico aveva contribuito alla scalata della squadra lombarda dalla Serie C alla A a suon di gol, 25 totali.

Tantomeno poteva succedere proprio ora, che da capo delegazione della nazionale italiana - il suo abbraccio con Roberto Mancini all’Europeo vinto dall’Italia l’anno scorso rimarrà per sempre negli annali di storia del calcio moderno - sta combattendo contro un malattia di cui ha sempre parlato pubblicamente, con il solito coraggio che gli appassionati di questo sport gli ricordano.

Gianluca Vialli è ritornato a casa sua, a Cremona, allo stadio Zini, per la seconda partita casalinga nella massima serie della squadra allenata dal tecnico Alvini, arrivando in tribuna allo scoccare del fischio d’inizio di Cremonese-Sassuolo nella sorpresa generale degli spettatori presenti.

L’imminente inizio della gara non ha consentito a parte dello stadio di accorgersi della sua presenza ma una volta che le telecamere hanno svelato la presenza di Vialli, il quale come solito non si è sottratto alle richieste di autografi, a fine partita è stato travolto da un’ovazione da brividi, una standing ovation generale che ha reso davvero indimenticabile la giornata dei tifosi allo Zini.

Sebbene attualmente viva a Londra e negli anni da calciatore abbia legato il suo nome alla Sampdoria e alla Juventus, passando nella prima 8 anni e nella seconda quattro e vincendo una serie di titoli nazionali e internazionali, tra cui anche una Champions League con i bianconeri, le sue radici ben impiantate nel territorio cremonese, e l’infanzia passata sulle rive del Po, lo legano indissolubilmente alla maglia grigiorossa.

Ultimo di cinque fratelli, cresce in una famiglia benestante della zona, formandosi all’oratorio di Cristo Re, dove la sua avventura calcistica prende inizio venendo notato per la prima volta dal Pizzighettone, società di calcio che si trova a pochi chilometri da Cremona e decidendo per questo motivo di lasciare gli studi a soli 16 anni.

Destino vuole che per un problema burocratico il club biancazzurro non sia stato in grado di tesserarlo, e che la Cremonese, accortasi del suo talento, decise di non lasciarselo scappare acquistandone il tesserino per mezzo milione di lire (250 euro). Poi l’esordio in prima squadra a 16 anni, l’investitura di Mondonico e la scalata verso l’Olimpo degli dei del calcio. Il resto è storia.