Visoni, scatta la mattanza: 28mila esemplari da sopprimere

Le lacrime dell’allevatore: "Quarant’anni di lavoro buttati. Qui non c’è stato nessun contagio e i controlli sono ferrei"

Giovanni Boccù

Giovanni Boccù

Capralba (Cremona), 24 novembre 2020 - Ventottomila visoni saranno abbattuti, per poi essere inceneriti, liquami compresi, per fermare il coronavirus. É questa la sorte dell’allevamento di Capralba, sorte segnata nell’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, per contrastare il rischio di diffusione del Covid negli allevamenti di visoni. "Ce li fanno abbattere tutti e ce li fanno incenerire. Tutti, compresi i riproduttori – sottolinea amareggiato Giovanni Boccù , dell’allevamento di visoni Mi-Fo di Capralba, il più esteso della provincia di Cremona –. Se fossero contagiati, alzerei le mani, per la salute pubblica è giusto farlo, ma non c’è un contagio". Nel suo allevamento i tamponi sono stati eseguiti praticamente ogni giorno da Ats, ma anche questo non è stato sufficiente ad evitare la strage. "Abbiamo fatto un ricorso al Tar e lo abbiamo vinto, ma due ore dopo ci hanno bloccato di nuovo. É chiaro: è una questione ideologica" afferma Boccù.

L’ordinanza del Ministero inserisce l’infezione da Sars CoV-2 nell’elenco delle malattie infettive e diffusive degli animali che sono soggette a provvedimenti sanitari, almeno secondo il Regolamento di polizia veterinaria. Alcuni casi di infezione si sono manifestati in allevamenti in Olanda, Danimarca e negli Usa, tuttavia a Capralba, come sostiene Boccù, non c’è stato nemmeno un caso ed anche gli accessi all’interno dell’allevamento sono molto controllati. "Ho pianto tutta la mattina, mi creda – conclude l’allevatore – Così vengono buttati via oltre quarant’anni di lavoro". Nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori sviluppi.