Violenze, le donne non chiedono aiuto

Al centro un calo di richieste nel 2020 rispetto ai due anni precedenti . Da verificare

No alla violenza contro le donne

No alla violenza contro le donne

Crema -  Meno donne assistite , rispetto agli altri anni, dato in controtendenza, quello del 2020, che ha visto, anche a causa del lockdown e delle prolungate convivenze, aumentare separazioni e divorzi e anche violenze domestiche. Invece sul territorio, secondo l’analisi del Centro anti violenza, le richieste di aiuto sono diminuite. Nel 2020 sono state 77, conto le 105 dell’anno precedente e le 90 del 2018.

L’analisi delle 77 persone che chiedono aiuto al Cav ha come target principale una donna con un’età da 38 a 47 anni (31 dei casi), una laurea o licenza di scuola superiore (34 casi), non abita in città (53 casi), ha figli (62 casi), è coniugata (28 casi) e ha un lavoro (44 casi). I maltrattamenti che vengono denunciati riguardano violenze fisiche per due terzi delle donne, ma ci sono anche 16 casi di violenze sessuali e 31 di stalking.

Alto il numero di donne che denunciano maltrattamenti psicologici (69), ma anche economici (31) o vengono ricattate da violenze portate verso i figli. Meno della metà ha sporto denuncia e in quattro casi gli esposti sono stati ritirati. Nulla di nuovo in merito sull’identità di chi maltratta, perché per 54% è il marito o il convivente. Incidono anche gli ex, che arrivano al 36%. Il Cav ha eseguito anche un’analisi accurata che dà un quadro preciso di chi maltratta. Nel 52% dei casi il maltrattante presenta anche una problematica psicofisica, dall’alcolismo alla dipendenza da droga e disturbi psichici. Aspetti che rappresentano fattori di rischio e aggravanti. Le telefonate arrivate al Centro anti violenza lo scorso anno sono state 120: hanno scaturito oltre 400 colloqui che hanno interessato il 71% delle donne che sono ricorse al centro. Da notare che a indirizzare le donne maltrattate verso i servizi del Cav per oltre la metà dei casi sono le forze dell’ordine che incontrano queste problematiche e informano le vittime di questa possibilità. Accanto alle forze dell’ordine ci sono i servizi sociali e anche il personale del pronto soccorso, dove a volte le vittime si rivolgono a causa delle ferite riportate. In definitiva, un 2020 con molto lavoro, ma con le richieste in netta flessione.