Cremona, l'ordinanza del gip: "Ha ucciso la figlia per rancore"

Il giudice non crede alla versione di Jakob Kouao e lo spedisce in carcere

Jakob Kouao

Jakob Kouao

Cremona, 29 giugno 2019 - Jakob Kouao ha ucciso la piccola Gloria di soli due anni, spinto dalla rabbia e rancore contro la sua ex compagna, Isabelle. È questo quanto emerge dall’ordinanza del gip di Cremona, secondo il quale Jacob, una volta dimesso dall’Ospedale Maggiore di Cremona dovrà andare in carcere.

Tredici pagine nelle quali il gip di fatto non crede alla presenza di un rapinatore che avrebbe seguito e aggredito Jacob e la figlia sabato scorso, ma la responsabilità sembra essere tutta dell’ivoriano, accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione. Prima di uccidere la figlia con due coltellate, Jacob lungo il tragitto dalla casa famiglia dove Gloria viveva con la madre dopo l’aggressione di febbraio, ha comperato due leccalecca alla piccola, pochi metri prima del portone di via Massarotti, dove poi l’ha colpita a morte. «Un atteggiamento di assoluta indifferenza per la tragica sorte della figlia» così nelle pagine dell’ordinanza il Gip definisce l’atteggiamento dell’ivoriano 37enne, diventato violento nei confronti della ex compagna: a febbraio, al culmine di una lite l’aveva picchiata, fino a lesionarle un timpano. Le ragioni delle liti tra padre e madre sembrano da ricercare nel fatto che lui spediva i soldi in Costa d’Avorio ai tre figli, avuti da una precedente relazione.

Isabelle da febbraio ha rotto con lui, nonostante Jacob la implorasse di tornare lei aveva voltato pagina. Una settimana fa Jacob si è vendicato di Isabelle, uccidendo la piccola Gloria. Emblematica una lettera trovata dai carabinieri dietro il calendario con la firma di Gloria, è in francese: «Audrey vivi senza di noi... anche Gloria non è mai stata amata né da te né da tuo padre e tua madre. Aspetta la compensazione per diventare ricca». «Come efficacemente osservato anche dal Pubblico Ministero nella richiesta, da questo scritto traspare tutta la rabbia e il rancore che egli nutre nei confronti dell’ex compagna per non avere la stessa accettato di ritornare insieme a lui, come più volte aveva implorato sino a pochi giorni prima del fatto - ovvero per non essersi, nella sua percezione, mai comportata amorevolmente nei confronti della figlia, rifiutandosi, in particolare, di ricostituire il nucleo famigliare», scrive il Gip.