Truffa da 20 milioni, 17 patteggiano

Falsificavano le domande di reddito di cittadinanza e le presentavano per conto di romeni inesistenti

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Diciassette patteggiamenti. Tutti a pene comprese tra un anno e 10 mesi e 3 anni e 10 mesi per la maxi truffa da 20 milioni sul reddito di cittadinanza scoperta con una serie di arresti a novembre 2021. Si è chiusa così, ieri, l’udienza preliminare davanti al gup Lidia Castellucci, a seguito dell’inchiesta del pm Paolo Storari e della Gdf di Cremona e Novara. L’11 novembre 16 persone, quasi tutte romene oltre a un italiano e un egiziano, erano state arrestate in diverse regioni per associazione a delinquere, truffa aggravata ed estorsione.

Se non fossero arrivate quelle misure cautelari, sarebbero riusciti a sottrarre alle casse dello Stato circa 80 milioni a fronte di 10mila domande di reddito di cittadinanza falsificate e presentate per conto di altrettanti romeni. Con un piano che aveva consentito di insinuarsi "nelle pieghe di un articolato sistema burocratico, approfittando delle lacune esistenti e dei ritardi nei controlli". Gli imputati erano accusati di presentarsi nei Caf con i codici fiscali di centinaia di romeni per volta, sostenendo che questi esistessero, fossero residenti in Italia da dieci anni e avessero i titoli per usufruire del reddito di cittadinanza.

Nessuno di loro viveva però in Italia. In alcuni casi gli italiani erano consapevoli e assecondavano la truffa dietro un compenso, in altri casi venivano minacciati. Tra i destinatari della misura cautelare anche una ex dipendente di un Caf. La montagna di soldi illeciti era anche esibita come trofeo da una delle donne, poi finita in carcere, che aveva postato su TikTok alcuni video in cui sventolava e contava pile di banconote.