Cremona, confermata condanna Tamoil per disastro ambientale

Confermati i risarcimenti danni alle parti civili: al Comune provvisionale di un milione di euro

La raffineria Tamoil di Cremona

La raffineria Tamoil di Cremona

Cremona, 26 settembre 2018 -  La Cassazione ha confermato l'inquinamento ambientale causato negli anni dalla Tamoil con sversamenti di idrocarburi nella rete fognaria. La suprema corte ha infatti rigettato il ricorso presentato dal manager E.G., confermando così la condanna a tre anni di reclusione (pena sospesa) per disastro ambientale colposo aggravato, inflittagli dalla Corte d'appello di Brescia. La Cassazione ha inoltre dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura generale di Brescia che aveva chiesto di condannare E.G. e altri tre manager di Tamoil per i più gravi reati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale doloso. Confermati i risarcimenti danni alle parti civili: il Comune (provvisionale di un milione di euro), il Dopolavoro Ferroviario, alcuni soci delle società canottieri Bissolati e Flora e Legambiente.

"È una soddisfazione il fatto che l'inquinamento prodotto da Tamoil, al di là delle singole responsabilità personali, sia stato nuovamente riconosciuto e confermato come effettivo disastro ambientale con i risarcimenti anche in favore della collettività. È un reato che ha avuto una definizione più precisa con la legge del maggio 2015 sui reati ambientali, una legge attesa da molti anni e che forse questo processo ha contribuito a far approvare" ha dichiarato Guido Salvini, il giudice del primo grado che aveva riconosciuto il grave inquinamento causato dall'ex raffineria della società libica