Casalmaggiore, "Stazione in stato di abbandono": la vicenda in parlamento

Bordo: "Sono state decine, se non centinaia, le segnalazioni presentate in questi anni"

Il parlamentare Franco Bordo

Il parlamentare Franco Bordo

Cremona, 9 novembre 2017 - “La domanda era molto semplice e si riferiva ai tempi di ripristino dei servizi minimi di accoglienza alla stazione ferroviaria di Casalmaggiore, da anni in condizioni di abbandono e incuria, a partire dalla riapertura dei servizi igienici. Non mi è stato risposto per nulla: anzi, la risposta di RFI e Trenord suona come una presa in giro, non nei miei confronti, ma verso le centinaia di pendolari che utilizzano la stazione casalasca” così Franco Bordo, Deputato di Articolo Uno - Movimento Democratico e Progressista, del tutto insoddisfatto della risposta ricevuta al question time odierno in Commissione Trasporti, dopo aver presentato un’interrogazione parlamentare al riguardo. “Rispondere che il bar è chiuso dal 2013 e che non si sono mai ricevuti solleciti per la riapertura, così come per la biglietteria, che è fuori servizio addirittura da 10 anni, è una sonora presa in giro: sono state decine, se non centinaia, le segnalazioni presentate in questi anni, direttamente o a mezzo stampa, dal comitato dei pendolari. Ciò denota che non vi è proprio alcuna volontà, al momento, di ripristinare questo tipo di servizi”, attacca il parlamentare.

"Alla domanda specifica rispetto alla riapertura dei servizi igienici ho ricevuto una risposta evasiva, ai limiti del surreale, in cui si citava soltanto il motivo per cui sono stati chiusi, senza accenni al concetto di riaprirli. Questo è inaccettabile", aggiunge il Deputato. “Casalmaggiore è il terzo comune più popoloso della provincia di Cremona e la sua stazione ferroviaria serve un bacino d’utenza potenziale stimato attorno alle 30 mila persone. Il comportamento di RFI e Trenord si mostra ancora una volta inqualificabile, ed è grave che il Governo avalli tali scelte aziendali e non si sia impegnato in alcun modo per assicurare almeno i servizi minimi, che sono servizi pubblici”, conclude Franco Bordo.