Sergnano, veglia di preghiera per don Gigi: ci sarà anche il fratello

Da ormai dieci mesi non si hanno notizie ufficiali del sacerdote-missionario

Padre Pierluigi Maccalli

Padre Pierluigi Maccalli

Sergnano (Cremona), 16 luglio 2019 - È tornato dalla Liberia, dove è missionario dallo scorso ottobre, padre Walter Maccalli, fratello di padre Pierluigi, rapito lo scorso 17 settembre nel suo villaggio di Bomoanga in Niger. Padre Walter domani sera sarà alla processione e alla veglia di preghiera organizzata questa volta a Sergnano, per tenere vivo l’interesse e pregare per il missionario rapito e del quale non ci sono più notizie dalla sera del rapimento. Padre Walter sarà alla veglia. È arrivato a Madignano, nella villa di famiglia dove abita con il fratello Pierluigi e la sorella sposata. Non ha notizie, non ne ha avute in questi mesi in Africa e il silenzio dei rapitori pesa, anche se di tanto in tanto, si fa filtrare qualche voce più o meno attendibile.

L'ultima l’ha diffusa padre Vito Girotto, confratello del missionario cremasco, che ha dato rassicurazione sul fatto che padre Gigi sia vivo e che il ministero degli esteri non ha sospeso le ricerche. Queste parole sono state riprese e rilanciate dal vescovo di Crema, monsignor Daniele Gianotti: «Le ricerche stanno proseguendo. Non si è però a conoscenza di dove sia detenuto padre Gigi. Potrebbe non essere più in Niger, ma in qualche Paese confinante. È molto difficile risalire alla zona, date le caratteristiche del territorio». Traduzione: nessuna notizia, nessuna certezza. Nemmeno sul fatto che il missionario sia vivo. Perché appare difficile che i banditi che l’hanno rapito, pastori fulani, si dice, se lo stiamo portando dietro da dieci mesi senza che nessuno abbia avuto sentore di questo rapimento.

Le notizie che arrivano dal Niger sono di ben poca consistenza. Dopo mesi di silenzio ne è arrivata una da parte del vescovo locale che ha affermato che, secondo fonti che non si potevano rivelare, padre Gigi era vivo. Poi c’è stata la missione in Niger del primo ministro Conte, al quale il governo nigerino ha assicurato il massimo impegno nella ricerca, non mancando però di sottolineare che nessuno era al corrente di dove potesse essere il rapito. Infine, ecco l’ultima voce, diramata da padre Girotto, anche qui senza fonte.