Overdose di sedativo al fratello per l'eredità: condannata a 15 anni

Lui malato terminale, lei gli somministrò il farmaco: "Sono innocente, ho seguito i protocolli"

Marzia Corini, sorella dell'avvocato Marco Valerio Corini

Marzia Corini, sorella dell'avvocato Marco Valerio Corini

Crema (Cremona), 19 maggio 2021 - La sentenza è arrivata. Di condanna: 15 anni di carcere sono stati inflitti a Marzia Corini, professionista che dal marzo scorso lavora nel reparto di Anestesia e rianimazione dell’ospedale di Crema, per aver ucciso il fratello somministrandogli una dose letale di Midazolam, farmaco prescritto perché malato terminale. La sentenza è stata emessa dai giudici della Corte d’Assise di La Spezia. Marzia Corini non si è presentata al lavoro, ha chiesto qualche giorno per rimettersi dallo choc, ma lunedì sarà in sede. I fatti risalgono al 2015, quando morì Marco Corini, l’avvocato di Vip e calciatori con quella che i giudici della Corte d’Assise hanno ritenuto essere una sedazione letale. Marzia Corini ha sempre professato la propria innocenza. Al centro dell’inchiesta, l’importante patrimonio testamentario dell’avvocato che morì nello stesso giorno in cui aveva programmato un incontro nella sua casa di Ameglia con il notaio per precisare le volontà testamentarie. Secondo la procura, la morte dell’avvocato, malato terminale di cancro, fu indotta da un’overdose di Midazolam, un sedativo iniettato all’uomo dalla sorella. Marzia Corini ha sempre sostenuto che fu per alleviare le sofferenze a fronte della morte imminente del fratello e nel rispetto dei protocolli sanitari. Per il pm quell’atto fu finalizzato a impossessarsi di un milione dell’eredità dalla quale sarebbe stata altrimenti estromessa. Tanti a Crema gli attestati di solidarietà per la dottoressa "Ha un curriculum eccellente – riferisce Alessandro Petrillo, capo del personale dell’ospedale maggiore di Crema –. Ricordo quando, lo scorso febbraio, assaltati da malati da tutte le parti, mi chiamò e mi diede la sua disponibilità a venire a Crema a lavorare". Il periodo di lavoro come supplente terminò, l’ospedale ha emesso un regolare bando per assumere anestesisti, concorso al quale ha risposto solo la dottoressa Corini. Eseguite le prove, l’anestesista è stata assunta a tempo indeterminato il 5 novembre, pochi giorni dopo l’arrivo della seconda ondata che ha rimesso in piena emergenza l’ospedale. "Quando la dottoressa si è presentata – ricorda Petrillo – non ha fatto mistero della sua situazione e mi ha raccontato quel che le succedeva. Non ho trovato motivi d’intralcio per la sua assunzione, come non ce ne sono adesso perché lei possa proseguire il suo lavoro. A meno che nella sentenza ci sia espressamente indicato il contrario. Ma fino ad allora, la dottoressa resta al suo posto". Medici e parte del personale del reparto qualche giorno prima della sentenza hanno inviato una lettera a Gianfranco Giuffrida, presidente del tribunale di La Spezia, perorando la causa della collega e raccontando la sua competenza e umanità.