Ripalta Cremasca, fuga all’alt: presi tutti i banditi

In trappola i complici dell’uomo arrestato giovedì

Secondo i carabinieri la banda entrava nelle case con la scusa di cercare presunti ladri per poi depredarle

Secondo i carabinieri la banda entrava nelle case con la scusa di cercare presunti ladri per poi depredarle

Cremona, 13 aprile 2019 - Un arresto e due denunce: è il risultato di una giornata movimentata per i carabinieri. Dapprima i militari hanno intercettato una Bmw, in territorio di Dovera. A bordo c’erano tre persone, e il conducente ha cercato di distanziare l’auto dei carabinieri, impegnando la Paullese a grande velocità. Ma in breve i militari hanno organizzato una serie di posti di blocco, riuscendo a intercettare la Bmw. A quel punto la persona alla guida, arrivata in territorio di Ripalta Nuova, ha imboccato una strada vicinale, ma a causa della velocità è finita in un campo.

Sceso dall’auto insieme ai due passeggeri, il conducente è stato raggiunto da un carabiniere che, dopo aver lottato, è riuscito a fermarlo. Di qui l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale, mentre gli altri due occupanti sono riusciti a fuggire. Tuttavia la battuta è continuata, perché i militari hanno pensato che i due fuggitivi sarebbero tornati per cercare di rintracciare il complice. E infatti, intorno alle 15, i carabinieri hanno fermato una Seat Leon a bordo della quale c’erano il figlio del pregiudicato arrestato e la sua fidanzata. I due sono state fermati e accompagnati in caserma. L.G., 49 anni, nomade dimorante nell’hinterland milanese è stato arrestato e ieri nella tarda mattinata è finito davanti al giudice. Il magistrato ha convalidato l’arresto e poi ha rinviato il dibattimento al 10 maggio, concedendo gli arresti domiciliari. Intanto le due auto sequestrate sono state controllate. La Bmw aveva una targa clonata e a bordo sono stati trovati arnesi da scasso, spray urticanti, una sirena blu bitonale delle forze dell’ordine, ricetrasmittenti, mentre a bordo della Leon c’era una sirena bitonale.

Secondo i carabinieri, queste persone potrebbero far parte delle bande che entrano nelle case fingendosi militari in cerca di ladri. In questo modo convincono i proprietari a controllare se i propri beni sono ancora al loro posto per poi depredarli. Al termine dell’operazione anche il figlio dell’arrestato è stato denunciato per possesso di segni distintivi delle forze dell’ordine.