Crema, con la gru per vederci chiaro: nuovi rilievi sul caso Pamiro

La Procura e la scientifica nel cantiere dove fu trovato il corpo del prof. La legale della madre: nessuno ci ha avvisati . L’indagine non è ancora chiusa

Mauro Pamiro

Mauro Pamiro

Crema (Cremona), 12 agosto 2020 -  Nuovo sopralluogo nel cantiere edile dove è stato trovato, lunedì 29 giugno, il corpo di Mauro Pamiro, professore e musicista di 44 anni, morto in seguito a una caduta mai chiarita, da un’altezza che si suppone superiore a quella dell’edificio in costruzione.

Ieri intorno alle 11 davanti alla struttura sotto sequestro c’erano gli uomini del commissariato di Crema, in particolare della Scientifica, un tecnico della Ats specializzato in infortuni sul lavoro, un perito della procura e due squadre di vigili del fuoco. La prima arrivava da Milano con una autoscala imponente: 42 metri di braccio per 18 tonnellate di peso; la seconda da Crema ed era in supporto ai colleghi milanesi. Del sopralluogo effettuato, ben tre ore sul cantiere sotto il sole rovente, non sapeva nulla l’avvocata Ilaria Dioli, che cura gli interessi della mamma della vittima.

Nella zona l’accesso non è stato consentito ad altre persone. Il lungo braccio dell’autoscala è servito per effettuare riprese e fotografie dall’alto, in particolare dal punto dal quale si ritiene sia caduto Pamiro. Ma le riprese non hanno trascurato altre parti della villa bifamiliare ancora incompleta. Infatti sono state analizzate anche altri lati della casa. Nel cestello dell’autoscala hanno trovto posto il perito e un vigile del fuoco. Il nuovo sopralluogo è stato ordinato dal pm Davide Rocco, incaricato dell’indagine e non è difficile pensare che, nonostante le dichiarazioni del procuratore Roberto Pellicano, che considera la vicenda un «dramma personale», il caso - nel quale è indagata la moglie Debora Stella – non si possa ancora considerare chiuso. 

Il punto dove è stato trovato il cadavere e la parete dalla quale sarebbe caduto sono stati scandagliati a fondo. In attesa dei risultati dell’autopsia, previsti tra circa tre settimane, l’indagine sembra procedere sottotraccia, con nessuna informazione che trapela dopo le dichiarazioni del procuratore e con l’indagine parallela che sta conducendo la famiglia Pamiro, la quale non crede assolutamente all’ipotesi del suicidio e si prepara a far ricorso qualora Pellicano decida di archiviare il caso come suicidio e di sollevare Debora stella, moglie di Pamiro, dall’accusa di omicidio, atto dovuto al momento dell’apertura dell’inchiesta.

Non è improbabile che il sopralluogo di oggi abbia tra gli altri scopi quello di cercare di definire se il punto massimo di altezza dal quale sarebbe caduta (si sarebbe buttata) la vittima, non più di cinque metri, sia compatibile con quanto è stato detto e cioè con la morte per precipitazione da considerevole altezza. Sempre se si dà per scontato che Pamiro a piedi nudi e con una malattia muscolare che lo rendeva invalido al 35% potesse salire fino al secondo piano dell’impalcatura, punto più alto accessibile, per poi volare nel vuoto. E l’esame autoptico non è il solo che si attende. A breve arriverà anche quello tossicologico. Per la verità qualche indiscrezione su questi test è già trapelata. Sembra che abbiano rivelato la blanda presenza di stupefacente, ma non di una droga pesante. Forse uno spinello o qualcosa di simile. In ogni caso nulla di tanto pesante da destabilizzare così una persona.