Prof morto a Crema: il volo in cantiere ma nessuna traccia sul ponteggio

La perizia scientifica sul luogo dove è stato trovato Mauro Pamiro. Sangue (poco) sulla tegola e Dna su due reperti. Ma il mistero non è risolto

Mauro Pamiro, il professore morto a 45 anni con la moglie, Debora Stella

Mauro Pamiro, il professore morto a 45 anni con la moglie, Debora Stella

Crema (Cremona), 22 gennaio 2021 - Su quell’impalcatura dalla quale si sarebbe buttato nel vuoto, almeno nelle parti che gli esperti scientifici hanno scelto di analizzare, non c’è traccia del Dna di Mauro Pamiro. È uno dei dati contenuti nella consulenza depositata sul caso di Mauro Pamiro, il professore di 45 anni trovato morto in un cantiere in via don Mazzolari, a Crema, nei pressi di casa sua, la mattina del 29 giugno ed eseguita su incarico della procura di Cremona dal responsabile del gabinetto regionale lombardo della polizia scientifica Roberto Giuffrida.

Nel rapporto scritto dall’esperto ci sono alcune risposte alle tante domande che il caso, in bilico fra l’ipotesi del gesto volontario, della disgrazia o del delitto, pone agli inquirenti. Ma in quel testo, pieno di risposte, non c’è un elemento che possa sciogliere tutti gli interrogativi. Secondo l’esperto, sono state trovate tracce del profilo genetico della moglie di Pamiro, Debora Stella, sulla maglietta, sui pantaloni e sugli slip del professore. Inoltre, sono stati rinvenuti due pezzetti di polistirolo con tracce del Dna di Pamiro. Vicino a lui, in cantiere, una penna Bic con Dna sconosciuto, tracce di sangue appartenente alla vittima su un pezzo di tegola sulla quale Pamiro - secondo l’autopsia - avrebbe battuto la testa. Un frammento che si trovava nei pressi del cadavere. E che sarebbe compatibile con una ferita sulla fronte. Anche se il corpo è stato ritrovato steso sulla schiena.

Nessuna traccia di Dna, invece, sull’impalcatura dalla quale il professore si sarebbe buttato, ma va detto che è stati esaminati sei campioni della sola parte che si trova davanti al punto in cui è stato ritrovato il cadavere. E non altri punti su cui, almeno in teoria, potrebbe essere salito. Infine, sono spuntate tracce di Dna dei due coniugi anche sull’unico sandalo utilizzato dalla moglie e ritrovato nel cestello della bicicletta lasciata chiusa nel posteggio davanti al cimitero, bici in seguito rubata da sconosciuti, dopo che era rimasta in quel posto per circa un mese. Nessun riscontro alle domande importanti. Pamiro si è buttato? Da dove? Oppure il professore è stato portato nel cantiere già senza vita. E se Palmiro è stato trovato su un fianco, come ha fatto a procurarsi il buco sulla fronte? E ancora, la frattura della vertebra cervicale è compatibile con l’impatto con il terreno o potrebbe essere stata procurata da altro trauma? Infine, le tracce di trascinamento riscontrate sulle gambe come se le è procurate il professore che, dai risultati dell’autopsia, sarebbe morto su colpo? Nella perizia di Giuffrida, 137 pagine, molti elementi utili, ma nessuna certezza. E il caso resta aperto.