Musicista morto a Crema, la bici abbandonata. Nuovo avvocato e altro sopralluogo

Il padre di Mauro Pamiro incarica il legale che seguì il caso Stasi. Gian Luigi Tizzoni subito in campo

La bicicletta è ancora legata all’esterno del cimitero di Crema

La bicicletta è ancora legata all’esterno del cimitero di Crema

Crema (Cremona), 23 luglio 2020 - Un padre addolorato, in ansia. Un noto avvocato milanese. Insieme a Crema in una torrida mattinata, a percorrere i luoghi, racchiusi in poche centinaia di metri, del giallo dell’estate. Franco Pamiro ha compiuto da poco 79 anni. È il papà di Mauro, insegnante di informatica e musicista, trovato morto la mattina del 29 giugno, un lunedì, in un cantiere vicinissimo alla sua abitazione. Franco Pamiro ha nominato a rappresentarlo l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, che sarà difensore della parte offesa. La madre di Mauro, Marisa Belloni, continuerà a essere seguita dall’avvocato Ilaria Dioli. Dura un paio d’ore il periplo del padre e del legale nei luoghi del dolore e del mistero. Il cimitero, a 150 metri da dove abitava il professore con la moglie Debora Stella. Una sorpresa.

C’è una sola bicicletta nella rastrelliera. Una bicicletta bianca chiusa con una catena gialla. È ancora lì. È rimasto anche il cestino, che però non contiene più un sandalo di Mauro. Quando, la scorsa settimana, Debora Stella (iscritta nel registro degli indagati per omicidio come atto dovuto) è stata interrogata per tre ore dal pm Davide Rocco, ha spiegato la storia della bici. Apparteneva alla nonna del marito e la madre l’aveva regalata alla coppia. Era soprattutto Debora a usarla. Lo ha fatto anche nella mattinata di domenica 28 giugno, per una visita alla tomba della madre. L’ha chiusa con la catena. Quando è uscita si è accorta di avere smarrito la chiave e ha abbandonato la bici. Calzava un paio di sandali del marito. Uno si è rotto e l’ha lasciato nel cestino della bici.

Una sosta all’interno del cimitero. Non è lontana dalla tomba della mamma di Debora quella dove, la mattina di martedì 30 giugno, è stato trovato un cd di Mauro. Era sulla tomba di un estraneo morto nel 2016, un anziano con la chitarra in mano. Il cd, sequestrato dalla polizia, contiene l’ultimo brano scritto lo scorso marzo da Mauro Pamiro, intitolato “A last embrace”, “Un ultimo abbraccio”. Sulla copertina una mano schiaccia un pomodoro, da cui cola succo colore rosso sangue.

Prosegue quello che è un sopralluogo ma anche una sorta di pellegrinaggio. La casa dove Mauro viveva con la moglie, al rione dei Sabbioni, ancora sotto sequestro. Le telecamere della zona. Una stradina, un percorso di 200 metri fino al cantiere di via Don Primo Mazzolari dove è stato scoperto il corpo. La palazzina in costruzione da dove sarebbe precipitato non arriva a sei metri di altezza. Molto più alto il caseggiato che sta sorgendo accanto. Il volo mortale, ipotizza l’autopsia, è stato di nove, dieci metri. Nel giallo dell’estate entra così un nome prestigioso di penalista. Gian Luigi Tizzoni ha sostenuto la parte civile per la famiglia di Chiara Poggi nei processi per l’omicidio di Garlasco, tenace sostenitore della colpevolezza di Alberto Stasi. Dal 1997 in avanti ha assistito costruttore Salvatore Ligresti e le figlie. A Napoli è stato il legale della Impregilo nell’inchiesta per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra, terminata con l’assoluzione.