Cremona - «Il Po è a livelli preoccupanti e le prospettive sono sempre più drammatiche". Parola dell’ingegner Luigi Mille, direttore di Aipo, riguardo alla situazione del Po in tutto il territorio sopra la foce del Mincio. Il livello a Cremona è arrivato a -8.28 metri sotto lo zero idrometrico, una situazione che a memoria d’uomo non si è mai verificata. Il 29 giugno è prevista una cabina di regìa, ma anche un incontro in Prefettura a Cremona per capire quali passi intraprendere.
«Il nostro territorio è al centro di una delle peggiori crisi climatiche dagli anni Settanta a oggi. Il Po è ai minimi storici e ci sono problemi per l’approvvigionamento di acqua destinata all’agricoltura. Mercoledì parteciperò alla riunione convocata dal Prefetto", spiega il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti. In questi giorni da più voci è stato richiesto anche un maggior incremento di acqua dal lago di Garda e da altri bacini per dare respiro al Po e beneficio ai campi.
«Io posso rispondere per il lago di Garda , la disponibilità da invaso per quanto riguarda il comprensorio agricolo copre fino alla fine della stagione irrigua – continua l’ingegner Luigi Mille – Un minimo di solidarietà per il Po è in atto dal Garda, con 5-10 metri cubi in più al secondo. Il lago di Garda ha un’altezza utile alle derivazioni a uso idropotabile: alcuni comuni pescano dal lago. Per quanto riguarda il lago di Idro, l a Regione Lombardia con la Provincia di Trento stanno verificando se c’è una possibilità di un rilascio superiore dal lago di Malga Boazzo e Malga Bissina per arrivare a metà luglio. Il 29 avremo un osservatorio, vediamo. La priorità rimane l’approvigionamento idropotabile".
E d a Coldiretti Cremona il grido di allarme diventa grido di disperazione : "In questa condizione di profonda crisi idrica, oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile". Molti gli agricoltori cremonesi che in questi giorni cominciano a fare i conti con i raccolti irrimediabilmente perduti. "Quest’anno la situazione è gravissima. Avevamo un mais splendido, che purtroppo resta a seccare sotto il sole . Non piove e non c’è acqua nei canali. Credo che ormai almeno il settanta per cento del mio raccolto sia compromesso", testimon ia Armando Tamagni, coltivatore di Dovera .
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