"Mia figlia non tornerà comunque, resterò a casa coi miei ricordi"

Laura Trio, madre di Alessandra Pirri, una delle vittime del disastro: andare in aula? Un teatrino doloroso

Laura Trio col marito il giorno della tragedia a Pioltello

Laura Trio col marito il giorno della tragedia a Pioltello

Offanengo (Cremona), 15 novembre 2020 - «Andare al processo? Non ci penso nemmeno. Perché dovrei andarci?». La voce è sommessa, ma il tono è quello, inequivocabile di chi la sua decisione l’ha maturata e consolidata, anche al prezzo di sofferenza che si è aggiunta a sofferenza. Laura Trio (nella foto, col marito il giorno della tragedia) è la madre di Alessandra Giuseppina Pirri, impiegata di 38 anni, la più giovane delle tre vittime della sciagura di Pioltello.

Perché ha deciso di non presenziare al dibattimento? «Rimango sulle mie posizioni. Perché andare là? Per soffrire di nuovo? Per rivivere quella giornata? Me la ricordo benissimo, quella giornata, non c’è bisogno che qualcuno o qualcosa me la faccia rivivere. Facciano quello che vogliono. Abbiamo lasciato tutto in mano all’avvocato. Rimango a casa. Con i miei ricordi, con il mio dolore».

La sua è una decisione definitiva? «Certo. Parto da questo, mia figlia non c’è più. Perché devo rinnovare il mio dolore? Perché devo presenziare a una cosa che come premio finale non può darmi il ritorno di mia figlia? Non ne voglio sapere niente. Andare al teatrino del dolore non mi ridarà mia figlia. E oltre a questo non vorrei dire altro».

Crede nella giustizia? «Certo. La giustizia farà il suo corso. Per me non cambia niente. La giustizia ci sarà. Ma non è una questione di singole persone. È tutto un sistema».

La fede? «Credo in Dio. Per tanti motivi spero in Dio. Come ho già detto altre volte, non provo odio e non voglio vendetta».

Com’è oggi la sua vita? «Mi è rimasto un mozzicone di famiglia. È in questa casa. E di qui non esco».

Da qualche tempo avete lasciato la casa di Capralba e vi siete trasferiti a Offanengo... «Si può riuscire a stare in un posto dove tutto ti parla della persona che non c’è più? Qualcuno elabora il suo dolore. Ci riesce. Io no».