Morte di Mauro Pamiro: ricorso contro l’archiviazione

Il pm è convinto che il professore musicista si sia suicidato. Ma i genitori dell'uomo si oppongono a questa conclusione

Mauro Pamiro con la moglie Debora Stella

Mauro Pamiro con la moglie Debora Stella

Crema (Cremona) - "Non archiviate il caso Pamiro". Ieri mattina nel tribunale di Cremona gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Antonino Andronico hanno presentato il ricorso contro l’archiviazione del caso Pamiro, l’insegnante musicista trovato morto il 29 giugno scorso in un cantiere nei pressi della sua abitazione di Crema, dalla quale era uscito due notti prima e non aveva più fatto ritorno. Lo hanno poi ritrovato senza vita ai piedi delle impalcatire di una villetta in costruzione. Una scomparsa e un decesso poco chiari, con molte domande che non hanno avuto risposte precise. Ma secondo gli inquirenti non sono stati evidenziati elementi che facessero ipotizzare un delitto. A fine gennaio il pm Davide Russo aveva avanzato istanza di archiviazione della posizione della moglie di Mauro Pamiro, Debora Stella, che era stata accusata di omicidio nei confronti del marito, un atto dovuto da parte della Procura nei confronti della donna. Secondo le indagini svolte, il pm ha chiesto di chiudere il caso perché convinto che il professore si fosse suicidato. 

Immediata la reazione dei due avvocati che difendono gli interessi dei genitori di Mauro Pamiro e che, in tempi molto ristretti, hanno esaminato le moltissime carte e i documenti filmati, arrivando all’ultimo giorno a depositare la richiesta di non archiviare. Secondo i due avvocati, che nelle indagini si avvolgono dei consulenti Andrea Piccinini, responsabile del laboratorio di genetica forense dell’università di Milano e del genetista Marzio Capra, ci sarebbero infatti molti elementi che vanno nettamente contro la tesi del suicidio del professore. "Siamo convinti – ha dichiarato l’avvocato Antonio Andronico – che Mauro Pamiro non si sia suicidato e lo dimostreremo".